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venerdì 12 febbraio 2016

Politica maldeodorante e sfacciata


E' uno strano Paese questo, quante volte lo abbiamo detto e stradetto assistendo e subendo passivamente un clima politico e sociale che proprio non promette nulla di buono.

Il berlusconismo ormai si è introdotto nel corpo del Paese come una metastasi difficile da estirpare, una filosofia della vita, un'etica, un modo d'intendere la vita sociale ed i rapporti tra cittadini e potere politico, fatti propri da tutta una classe dirigente e della politica in particolare, capace anche di neutralizzare tentativi di quanti si sono presentati come il nuovo incapaci,però, di esprimere in concreto un cammino diverso.

I comportamenti della politica sono quelli dello scorso ventennio, dell'allegra brigata che nei fatti sembra essersi perpetuata anche senza il cavaliere di Arcore, infatti il suo clone, grazie al Presidente Napolitano, continua a gestire il potere con quanti nel detto ventennio hanno governato il Paese e, come se non bastasse, l'ex cavaliere ha mandato anche i rinforzi con Verdini e compagni.

Un Paese fermo perchè priorità delle priorità non è mica il lavoro, non sono mica i pensionati, non sono mica i giovani ma le unioni civili che, per carità, vanno affrontate e risolte riconoscendole e dando dignità alle stesse come unioni riconosciute come è dovere di ogni società civile ma non si può andare avanti ad oltranza lasciando fuori della porta i tanti temi che attendono soluzioni da troppo tempo, le categorie disagiate, i disabili, il sistema sanitario che ogni giorno lascia pezzi per strada creando problemi enormi a malati ed anziani in particolare.

Si sono mobilitati in tanti per un family day, migliaia chiamati milioni, si sono sgolati leaders politici che proprio nulla avevano a che fare con la famiglia tradizionale ma questo ormai non meraviglia più nessuno, meglio metterla sul patetico e solidarizzare con chi annuncia una gravidanza fuori dal matrimonio...ma con il marchio della famiglia tradizionale.

Il fallimento dei partiti è il fallimento di un modello di società che non regge più , una società che intravede i pericoli provenire soltanto dagli altri ed è incapace di fare una seria autocritica e dichiarare una volta per tutte di aver bruciato il futuro ai giovani sempre più lontani dalla politica, da questa politica maldeodorante e sfacciata che vive e si ripresenta ad ogni occasione e magari  puntando anche  il dito verso quanti ancora possono rappresentare una speranza.

2 commenti:

  1. Siamo soltanto, si fa per dire, ad uno stadio avanzato del capitalismo. Quando crollò il muro di Berlino, altre nazioni, altri gruppi di interesse, si unirono alle preesistenti forze che nel nome della finanza, gestiscono le "cose" del mondo. Smesso i panni dei colonizzatori anche grazie ai forti movimenti locali in Africa, l'interesse si spostò nel medio oriente petrolifero, materia che negli anni del boom divenne indispensabile. Ora questo macello all'aperto che è la Terra, subisce l'aggressione di gruppi capitalisti in accordo ma anche in concorrenza tra loro. La spartizione diventa un serio problema proprio perché, e tra l'altro, non è contemplata nel codice di comportamento degli sfruttatori. L'unica divisione che questi ammettono e fomentano è quella tra gli altri con gli altri, i popoli uno contro l'altro, i lavoratori contro i lavoratori, i poveri in guerra con altri poveri e via discorrendo. Ora il capitalismo si morde la coda, gli spazi da occupare sono sempre minori, uno è costretto a vincere sull'altro per sopravvivere. In mezzo, gli ultimi, quelli che pagano sempre e per primi tutte le contraddizioni del Sistema. La cultura è vista come una minaccia contro il potere, la di nega o la si deforma a piacimento. Le tecniche per lavare i pochi neuroni restati integri nonostante tutto non mancano. Ai mezzi di produzione ripetitivi si sono aggiunti i mezzi di comunicazione fatti nel frattempo diventare illusori strumenti di scelta grazie al telecomando ad esempio. Ma il pensiero è unico, non può derogare dalle direttive del comando ed oggi la gente la si vede persino ringraziare per quel poco che le viene offerto. .. in mancanza di niente, questo il ritornello cantato e accettato. I problemi? Se non risolvono i loro nessun altro mistificante boom è previsto, è ancora lontano il superamento della loro crisi artificiale, figuriamoci quella reale della gente. È oramai il sistema che implode, che è fallito. Qualcuno lo previde oltre un secolo fa ma non perché mago... Oggi l'alternativa è stare o dentro o fuori, in mezzo non si fa male a nessuno se non a se stessi. Vale tanto per il capitalismo tanto quanto per chi vi è oggi sotto prono. Il problema migranti? Se problema è non potrà mai più finire. Sono venuti a bussare alle nostre porte perché li abbiamo derubati di tutto ed oggi giustamente pretendono il conto. Anche qui il problema finirà quando si supererà questa Società dello sfruttamento. Piace o non piace così è è sarà. È solo questione di tempo quando alla coscienza di avere fame si unirà la coscienza della cognizione dei perché si è giunti a tal punto. E saranno dolori, inevitabili dolori. A meno che non ci si voglia affidare ai miracoli che non saranno mai di questo mondo, di questa Società dello sfruttamento (Carlo Fedele)

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  2. Ti ringrazio caro Carlo delle tue argutee condivisibili riflessioni.
    "....È solo questione di tempo quando alla coscienza di avere fame si unirà la coscienza della cognizione dei perché si è giunti a tal punto. E saranno dolori, inevitabili dolori...."
    E' la frase che meglio sintetizza lo stato delle cose che, però, io ritengo già in atto ma si fa finta di nulla.

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