Il
termine crisi ovunque sia
accostato , alla situazione finanziaria, alla scuola,
all'università, alle maggiori Istituzioni, alla politica, ai
partiti, non viene inteso come nel suo significato più chiaro e
semplice ovvero come momento difficile , duro, spiacevole e non come
si racconta che lo sia per la cultura cinese attraverso i suoi segni
che indicano pericolo e opportunità.
Nel
nostro Paese lungi dall'accostarsi dalla filosofia cinese , è
sinonimo di continuità in una situazione di difficoltà perseverando
in soluzioni ormai stantie che si ripetono ciclicamente.
Esempio
tipico ne è la politica (che apposta scrivo con la p
minuscola) e il sistema dei
partiti che seppure in coma irreversibile, continua in una gestione
che nulla ha di diverso dalle vecchie logiche di spartizione, dall'unica logica che ancora li
tiene in vita e li rende perfettamente simili : la logica affaristica
e l'interesse personale o di cricca.
Le
nomine continuano nel pescaggio in quell'eterna urna composta di nomi
sempre uguali o comunque sempre riferibili ad essi, i partiti
composti dai soliti mediocri in cerca di visibilità, partiti che da
oltre vent'anni non sono più interessati alla formazione di una
classe dirigente e i pochi ricambi fatti con i figli, nipoti, amanti
ed amici degli amici e i soliti nomi di richiamo che nulla hanno a
che fare con la Politica se non rappresentare inutili simboli
acchiappavoti.
Indicare
come possibili candidati in città importanti come Milano, Roma, Napoli, figure che hanno
interessato le cronache giudiziarie, danni erariali, etc.
per la ricostruzione
post-terremoto,
opere inutili, danni ambientali irreparabili anche se certamente in
concorso con altre figure istituzionali, o magari candidare qualcuno
votato con primarie in
rete da un centinaio di voti
come a Milano , è la prova più evidente che dal coma si è passati
allo stato vegetativo, peggio
anche con quelle forze che dovrebbero rappresentare il nuovo.
Sen.Antonio Razzi |
Partiti
e partitini che con vecchie e becere logiche tentano di aggrapparsi
inutilmente all'ossigeno abbandonando maggioranze per confluire in
altre coalizioni per tentare la sopravvivenza come è il caso tipico
dell'IDV che proprio non vuole rassegnarsi al definitivo declino dopo
l'uscita di scena di Tonino Di Pietro che con tutti i suoi errori era
l'IDV, anche se ha regalato al
Paese il peggio del peggio con gli Scilipoti e i Razzi, quest'ultimo
nominato non più di un mese fa Segretario della terza Commissione
permanente Affari Esteri ed emigrazione, evidentemente per i suoi
meriti altamente culturali e politici.
Dallo
stato vegetativo purtroppo è difficile tornare alla vita attiva e il
fallimento dei partiti sorretti unicamente da logiche perverse ha una
sola via d'uscita che solo gli elettori possono essere in grado di
decidere una volta per tutte mandando a casa i soliti noti ed i meno
noti sotto mentite spoglie.
Anita Salzano
RispondiEliminaMeno male non si è candidato De Mita ....
Luigi La Marra
RispondiEliminaquesto ci passa il convento. Non c'è nulla da nessuna parte, disgraziatamente per noi.
Arturo Olivieri
RispondiEliminaSempre lucidi e condivisi (da me almeno..) i tuoi commenti. Un abbraccio.
Sempre troppo buono Maestro Arturo Olivieri. Un caro abbraccio re spero quanto prima di venire ad una delle tue splendide serate
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