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giovedì 18 febbraio 2016

Partiti : dal coma allo stato vegetativo


Il termine crisi ovunque sia accostato , alla situazione finanziaria, alla scuola, all'università, alle maggiori Istituzioni, alla politica, ai partiti, non viene inteso come nel suo significato più chiaro e semplice ovvero come momento difficile , duro, spiacevole e non come si racconta che lo sia per la cultura cinese attraverso i suoi segni che indicano pericolo e opportunità.

Nel nostro Paese lungi dall'accostarsi dalla filosofia cinese , è sinonimo di continuità in una situazione di difficoltà perseverando in soluzioni ormai stantie che si ripetono ciclicamente.

Esempio tipico ne è la politica (che apposta scrivo con la p minuscola) e il sistema dei partiti che seppure in coma irreversibile, continua in una gestione che nulla ha di diverso dalle vecchie logiche di spartizione,  dall'unica logica che ancora li tiene in vita e li rende perfettamente simili : la logica affaristica e l'interesse personale o di cricca.

Le nomine continuano nel pescaggio in quell'eterna urna composta di nomi sempre uguali o comunque sempre riferibili ad essi, i partiti composti dai soliti mediocri in cerca di visibilità, partiti che da oltre vent'anni non sono più interessati alla formazione di una classe dirigente e i pochi ricambi fatti con i figli, nipoti, amanti ed amici degli amici e i soliti nomi di richiamo che nulla hanno a che fare con la Politica se non rappresentare inutili simboli acchiappavoti.

Indicare come possibili candidati in città importanti come Milano, Roma, Napoli,  figure che hanno interessato le cronache giudiziarie, danni erariali, etc. per la ricostruzione post-terremoto, opere inutili, danni ambientali irreparabili anche se certamente in concorso con altre figure istituzionali, o magari candidare qualcuno votato con primarie in rete da un centinaio di voti come a Milano , è la prova più evidente che dal coma si è passati allo stato vegetativo, peggio anche con quelle forze che dovrebbero rappresentare il nuovo.

Sen.Antonio Razzi
Partiti e partitini che con vecchie e becere logiche tentano di aggrapparsi inutilmente all'ossigeno abbandonando maggioranze per confluire in altre coalizioni per tentare la sopravvivenza come è il caso tipico dell'IDV che proprio non vuole rassegnarsi al definitivo declino dopo l'uscita di scena di Tonino Di Pietro che con tutti i suoi errori era l'IDV, anche se ha regalato al Paese il peggio del peggio con gli Scilipoti e i Razzi, quest'ultimo nominato non più di un mese fa Segretario della terza Commissione permanente Affari Esteri ed emigrazione, evidentemente per i suoi meriti altamente culturali e politici.


Dallo stato vegetativo purtroppo è difficile tornare alla vita attiva e il fallimento dei partiti sorretti unicamente da logiche perverse ha una sola via d'uscita che solo gli elettori possono essere in grado di decidere una volta per tutte mandando a casa i soliti noti ed i meno noti sotto mentite spoglie.

4 commenti:

  1. Anita Salzano
    Meno male non si è candidato De Mita ....

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  2. Luigi La Marra
    questo ci passa il convento. Non c'è nulla da nessuna parte, disgraziatamente per noi.

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  3. Arturo Olivieri
    Sempre lucidi e condivisi (da me almeno..) i tuoi commenti. Un abbraccio.

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    1. Sempre troppo buono Maestro Arturo Olivieri. Un caro abbraccio re spero quanto prima di venire ad una delle tue splendide serate

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