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martedì 5 luglio 2011

Una nuova stagione

Da tempo serpeggia sempre più un malumore all'interno non solo delle comunità ecclesiali ma,peggio, anche tra il popolo dei cristiani della Domenica, ovvero di quella moltitudine di persone certe di esaurire il loro dovere cristiano con la sola partecipazione all' assemblea festiva.
Molti di noi, come Antonio Menna autore del post precedente, che dagli anni '60 agli 80 hanno militato prima nelle file dell'Azione Cattolica  poi nelle comunità di base,vivono un momento di grande disagio in un contesto dove non solo le gerarchie risultano sempre più lontane dalla gente ma anche nelle realtà territoriali sempre più si nota uno scollamento ed  un'amministrazione quasi burocratica di sacramenti dispensati con regole alla Brunetta con una rigidità formale con regole da manuale fatte di certificati, nulla-osta etc.
Chiese sempre meno luoghi di aggregazione con orari da uffici del catasto, sempre meno luoghi di ascolto,di accoglienza e sempre più limitate al solo svolgimento delle liturgie e ad eventi rituali.
Poche e ben individuate meritevoli organizzazioni caritatevoli che fanno i salti mortali per contribuire a risolvere i bisogni più elementari di tanta gente,purtroppo sempre in aumento, che quotidianamente chiede dal pane ad un piatto caldo, dal pagamento di una bolletta ad un medicinale.

I^ Sessione del Vaticano II (Archivio storico l'Unità)
Le cause vengono da molto lontano e non a caso tra la fine degli anni sessanta e la metà dei settanta una ventata di impegno e di grande risveglio aprì una stagione nuova ,le comunità di base  in Italia da Nord a Sud furono un momento di grande approfondimento, di incontro,di dialogo,di dibattito, pullulavano di giovani e meno giovani con un impegno straordinario che ebbe anche momenti di grandi tensioni tra la base e le gerarchie ma che aprirono grandi speranze per una rifondazione del modo d'essere cristiani in una società che cominciava le sue grandi e rapide trasformazioni.
Papa Giovanni XXIII
Una vivacità non casuale ma con una forte spinta propulsiva che arrivò dal Concilio voluto da Papa Giovanni, una Chiesa in cammino con uno sguardo più attento al sociale , a tutte le realtà che richiedevano un impegno ed un'attenzione particolare.
Ripercorrere quelle esperienze, frettolosamente e semplicisticamente marchiate come Chiesa del dissenso,significa riflettere su quanto di positivo portò quella stagione e quanto di amaro lasciò in bocca a quanti pagarono di persona talune scelte,i tantissimi laici emarginati dal mondo della politica,del lavoro hanno assistito alla prevaricazione ed all'arroganza di quanti inseriti in organizzazioni pseudocristiane-massoniche ancora oggi regolano la vita di tante aziende.
Il nuovo corso dettato da questo Papato, in verità investito in maniera deflagrante dal problema pedofilia al suo interno, non ha perso tempo sin dai primi giorni per far ben comprendere le nuove linee e la nuova filosofia gestionale che non lascia molto spazio al dialogo ed anche le ultime scelte in materia di assegnazione di importanti sedi episcopali fanno ben capire la predilezione per taluni movimenti il cui operato non appare certamente in linea con la Chiesa dei poveri.
Antonio Menna nel suo articolo ha posto in evidenza i gravi silenzi e talune contiguità con il mondo della politica che non pone al centro della propria azione quanti vivono nella povertà,nel disagio sempre crescente anche di quel ceto medio che gran parte è andato ad ingrossare le fila dei nuovi poveri.
Una Chiesa silenziosa di fronte a tanti drammi e,nel nostro Paese, pare non accorgersi del clima che da anni si respira dove l'immoralità presente ai vertici dello Stato, dove la prostituzione è entrata nelle case degli uomini delle Istituzioni, dove le scelte economiche e sociali tengono fuori della porta le famiglie,i giovani, i pensionati, dove forze politiche minoritarie nel Paese stanno sovvertendo il senso dello Stato unitario a favore di beceri localismi in attesa di attuare ben più drastiche scelte separatiste.
Si è inteso sin quì  dare voce ad un sentimento sempre più crescente di fronte ad atteggiamenti insopportabili di esponenti delle gerarchie sempre più invischiati nel peggiore affarismo e poco attenti alle tematiche che dovrebbero esser loro più pertinenti, dichiarazioni aberranti come quella più recente di tal Mons.Fisichella più adatto a discussioni da Transatlantico che di ciò che dovrebbe occuparsi.
Una nuova stagione, un'altra stagione dovrà essere possibile per dare speranza a quanti sono stati indicati dalle scritture come i prediletti di Dio,i poveri, gli emarginati,i diseredati, gli ultimi tra i quali non mi sembra aver visto nessuno dei prediletti di queste gerarchie che hanno ammazzato e continuano ad ammazzare il futuro delle nuove generazioni.

1 commento:

  1. mi viene in mente solo una parola: complicita'. Mi chiedo come una organizzazione potente come la Chiesa possa avere messo in atto gli insegnamenti e le predicazioni dei valori cristiani.
    quando facevo catechismo all'eta' di 10 anni ci facevano disegnare la parola Dio con intorno i raggi del sole, come anche ci facevano scrivere frasi che rappresentavano i valori della societa'.
    oggi mi chiedo cosa ne ha fatto la societa' di quegli insegnamenti ? oppure: ma quei valori chi avrebbe dovuto metterli in atto viste come sono andate le cose negli ultimi trent'anni ?
    ancora: ma non e' forse meglio pensare che il sole e' Dio ?
    nelle icone della Chiesa ortodossa ed in qualche immagine riprodotta in molte chiese cattoliche c'e' la raffigurazione dei raggi del sole dietro la testa di Gesu' ... non sara' forse un messaggio subliminale ?
    perche' il Papa durante l'angelus di ogni domenica non dice la verita' ?
    perche' a quelli che ascoltano non viene il dubbio: da che parte sta l'organizzazione ecclesiastica ?

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