Quando viene varata una finanziaria o comunque provvedimenti che,per dirla con un termine abusato ed orrendo,si mettono le mani in tasca ai cittadini, la reazione più immediata è quella di inveire contro quella parte del Paese che continua a fregarsene non pagando le tasse e quell'esercito fatto di persone che vivono a spese della politica.
Secondo i dati riportati in un recente articolo dai bravi Rizzo e Stella, il solo Parlamento costa all'anno ad ogni contribuente circa 27 euro contro i cinque degli americani e,dato veramente sorprendente, il barbiere del Senato quattro anni fa guadagnava circa 15 mila euro in più di uno stretto collaboratore del Presidente Obama oggi.
Ma aldilà delle tanto annunciate rivelazioni sensazionali dell'ex dipendente del Parlamento che in soli due giorni ha superato i 200 mila simpatizzanti su FB, per grandi linee si conoscono i privilegi di coloro che decidono i sacrifici degli altri.
Un'aria diversa sembra soffiare dalla rete che ancora una volta mette in luce le forti capacità di aggregazione attorno ai problemi della gente comune, un tam tam capace di coagulare forme di ribellione a situazioni insopportabili che sovente si tramutano in iniziative costruttive di proposta e l'esperienza dei referendum e delle recenti amministrative ritengo abbiano indicato qualcosa.
Nel post precedente ho parlato dei referendum come possibile strumento di intervento dal basso; qualche iniziativa come quella di Di Pietro per l'abolizione delle inutili Province ne è la prova.
Anche la politica usando gli strumenti della rete cerca di correre ai ripari,cerca di recuperare credibilità anche se,va detto , il gruppo di Italia dei Valori ha visto bocciare all'unanimità la proposta di abolizione del vergognoso vitalizio.
E' di oggi l'annuncio di una non meglio chiarita bozza di riforma Calderoli, quello che definì la sua stessa riforma elettorale una vera porcata , che dovrebbe ridurre il numero dei parlamentari,costituire il Senato federale,eliminare la circoscrizione estera,tener conto delle presenze nella retribuzione dei parlamentari,etc.,insomma una bozza fotocopia di quella già sbandierata anni fa e mai neanche discussa.
Gianfranco Fini che promette provvedimenti di riduzione dei costi del Parlamento già prima delle ferie estive.
Insomma la politica cerca di ricorrere ai ripari, ma non incanta nessuno, unica cosa certa i cittadini lo verificheranno già in questi giorni, ulteriori significativi aumenti dell'imposizione fiscale e pagamento delle prestazioni sanitarie.
Dicevo si ha l'impressione che si respiri un'aria diversa, la stanchezza della gente, quella normale, le famiglie monoreddito,i pensionati hanno quasi ultimato di raschiare il barile, i risparmi, i pochi risparmi di una vita volgono al termine con grandi preoccupazioni per i figli parcheggiati in casa che tra un lavoro in nero e l'altro non riescono ad immaginare neanche il giorno dopo.
Occorre far presto ed evitare discorsi vuoti ed inconsistenti, dare speranza ai giovani indicando politiche di sviluppo, dando risorse consistenti alla piccola e media impresa con progetti chiari e finalizzati, aiutare e finanziare progetti di quei giovani tendenti al recupero di quelle attività artigianali che sono proprie di vasti territori del Paese.
La politica faccia presto, dia un segnale forte altrimenti saranno i cittadini a dare segnali forti che la Costituzione prevede e che non tarderanno a venire.


Antonio, ciao; più di ogni altra considerazione mi fa riflettere la foto di quel "parlamentare" che beatamente sonnicchia sulle poltrone del Parlamento, scambiate per quelle di una sala d'aspetto di una stazione; il poveretto può darsi fosse spossato dai discorsi sulla famosa manovra, e non ha trovano di meglio che distendersi e fare un pisolino. Ecco i nostri rappresentanti, lautamente strapagati con i nostri quattrini, pochi e sudati. Ma quando dovremo aspettare per vedere sui loro (almeno) volti dipinto un sentimento di vergogna?
RispondiEliminaAmico mio, lo vedremo mai quel giorno?
Nino Maiorino