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mercoledì 5 gennaio 2011

Chiamale se vuoi, emozioni

Erano numerosi, ieri, gli esponenti dei partiti che protestavano sotto l'Ambasciata del Brasile a Roma per la mancata estradizione dell'ex terrorista Cesare Battisti - dal nome e cognome del più famoso ed onorato signore che fu impiccato nel Luglio del 1916 per mano del boia viennese Lang per cause certamente più nobili -condannato in contumacia all'ergastolo per quattro omicidi in concorso commessi negli anni di piombo.
Un no dell'ex Presidente Lula confermato anche dalla neo Presidente Dilma Roussef che in sostanza fanno proprie le tesi dei difensori e sostenitori di accuse basate soltanto sulle dichiarazioni di un pentito che avrebbe ricevuto benefici con sconti di pena
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Ma lascio ai tribunali e addetti ai lavori le valutazioni del caso anche se dubbi al riguardo nascono spontanei e naturali sui perché di tanta benevolenza da parte di un Presidente della Repubblica di un Paese amico verso un ex terrorista, sulla mancata efficacia degli interventi del Governo italiano ed ora si cerca di liquidare il tutto indirizzando "le colpe" sulla prima donna francese -italiana.
Tutto è possibile nei misteri della diplomazia internazionale, degli interessi nazionali e personali.
Torniamo,però, alle manifestazioni trasversali ma separate dei nostri politici, anche ministri con tanto di megafono come la Meloni, che meritoriamente hanno voluto dare una testimonianza di partecipazione alle vittime delle azioni terroristiche del meno celebre Battisti ma che non convincono fino in fondo i più attenti osservatori, che vedono la partecipazione di una parte di essi non sempre sensibile a fatti analoghi.
Chiamale se vuoi, emozioni, come cantava l'altro celebre Battisti, emozioni e sensibilità diverse.
Non mi sembra di aver visto, sentito o letto di particolari azioni di protesta per il richiamo alle regole della giustizia per sottrazione ai processi a carico di molti loro colleghi accusati di crimini politicamente anche molto più gravi, dove c'era bisogno di una semplice "estradizione" dal Parlamento della Repubblica Italiana per sottoporsi ai processi.
Non mi sembra ci sia stata nessuna sollevazione di quei parlamentari quando è stata negata l'autorizzazione ad alcuni colleghi accusati di mafia,camorra,etc.
Per non parlare, poi, di chi si sottrae da lunghi anni alla giustizia di questo Paese ma questo è un altro discorso che andrebbe fatto al popolo italiano.

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