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giovedì 2 dicembre 2010

Baratri di vuoto


Bruno Garofalo

 Man mano che i grandi esponenti della nostra Cultura Umanistica ci lasciano, si creano baratri di vuoto..... quello che rimane e vivacchia, è modesto e inano squallore..... tra i tanti danni dell'età, riconosco la fortuna di aver vissuto un'altra epoca e un'altra civiltà.... posso dirmi fortunato, ma mi addolora sapere quello che (non) vivranno i nostri giovani...... a cosa dobbiamo tutto questo?......
                                                          



All'indomani della scomparsa del grande Mario Monicelli, come accade in queste circostanze, le dichiarazioni di amici, di personaggi del cinema e del teatro, di uomini delle Istituzioni, si susseguono per giorni fino a perdersi nel tempo e lasciando il posto a quel patrimonio costruito negli anni che rimane pietra miliare e di riferimento per chi resta ma soprattutto per le nuove generazioni che sapranno coglierne gli insegnamenti.

Tralascio gli inopportuni interventi fatti nella circostanza  in Parlamento con l'aggravante della presunzione di esprimere giudizi che sarebbe il caso di utilizzare per situazioni ben più appropriate e vergognose.

Mi ha particolarmente colpito la riflessione sopra riportata, espressa dal regista e scenografo Bruno Garofalo autore, tra l'altro, di un popolare e fortunato musical che tornerà in Teatro dal prossimo 15 Dicembre al Diana di Napoli.

E' una amara constatazione che facciamo ogni qualvolta scompare un grande personaggio del mondo della cultura e mai come l'epoca in cui viviamo ogni perdita aumenta quel baratro di cui parla Bruno, che lascia un senso di smarrimento perchè vediamo assottigliarsi sempre più il cerchio di quanti ancora operano con impegno per il bene comune, per la crescita culturale della società in cui viviamo ed in cui si formano le generazioni del futuro.

La vivacità culturale, il confronto, il costruire in funzione degli altri, l'interesse per tutto ciò che riguardava il miglioramento della condizione umana sembra essersi dissolto  e penosamente distrutto in nome dell'arricchimento veloce, immediato, poco importa se a spese della comunità; un'arroganza sempre più sfacciata a beneficio di pochi a spese dei molti.

Non è così che si costruisce il futuro se già si è fatta terra bruciata attorno ai giovani del nostro tempo che semplicisticamente in tanti tentano di rappresentare negativamente per lavare le tante, troppe coscienze colpevoli di aver rapinato la loro speranza.

Il decadimento culturale che più volte abbiamo avuto modo di approfondire in altri articoli è alla base del disastro sociale di questo Paese che ogni giorno di più la politica rispecchia in modo perfetto contribuendo al degrado morale che ancora in tanti amano proteggere.

E' un'altra civiltà quella in cui molti di noi sono cresciuti e si sono formati, è un altro mondo quello in cui oggi viviamo, sarà tutta un'altra cosa il futuro che abbiamo consentito a pochi di distruggere, ma credo sarà la capacità di reazione degli uomini di domani a riappropriarsi di quanto ancora vale la pena salvare.

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