Capisco che è più comodo spostare l'attenzione dai problemi reali, dalle vere difficoltà di vita di quanti si trovano a combattere quotidianamente, silenziosamente e dignitosamente una battaglia per il superamento di problemi immani, ad una partita di calcio e agli atti di violenza prevedibili di qualche criminale incallito non certamente isolato e nuovo alle forze dell'ordine ma occorre che lo Stato riacquisti credibilità nella tutela dei più deboli.
Numerose associazioni del mondo della disabilità hanno rivolto un appello al Ministro del Lavoro per fare chiarezza sul tema dell'autosufficienza e sulla ripartizione delle risorse assegnate anche ad evitare speculazioni e interessi di strutture che non servono ad alleviare le sofferenze degli interessati e delle loro famiglie.
Invito quanti seguono questo Blog a fare un "copia-incolla" del testo quì di seguito riportato, sulla email da indirizzare a gabinettoministro@mailcert.lavoro.gov.it, segreteriasottosegretariobiondelli@lavoro.gov.it
Basta confusione sul concetto di non autosufficienza e sulla ripartizione del fondo ad essa assegnata.
Il diritto di vivere a casa con assistenza domiciliare indiretta (assegno badante, voucher gestiti da disabili e/o famiglie, assegno di cura, vita indipendente, ecc) e la possibilità di evitare l'istituzionalizzazione in Residenza Sanitaria (RSA) non può e non deve essere un privilegio per pochi.
1. Ogni tentativo di forzare, incanalando le coperture economiche su patologie specifiche che necessitano di importanti interventi sanitari, è una negazione del diritto di uguaglianza ed una palese violazione della legge 67/07 contro ogni forma di discriminazione. Diffidiamo le istituzioni dell'accogliere richieste settoriali onde tacitare coloro che rivendicano in maniera più eclatante i loro diritti, perché questo produce discriminazione e creazione di condizioni di privilegio di pochi a discapito di molti con i medesimi bisogni.
2. Le risorse finanziarie del fondo nazionale non autosufficienza inglobato nella Legge di Stabilità del 2014 devono essere ripartite equamente tra tutte le persone non autosufficienti con le stesse modalità senza che vi siano quote riservate a determinate patologie ed a copertura di spese di competenza del SSN. La vita di una persona affetta da tetraparesi vale quanto quella di un malato di SLA ,quella di un disabile cognitivo o/e mentale quanto quella di un bambino affetto da SMA o cieco.
3. Il diritto di vivere a casa propria è un diritto inalienabile: i diritti non appartengono esclusivamente a portatori di patologie specifiche ma riguardano TUTTI i cittadini che a causa di una condizione di disabilità hanno specifici bisogni di inclusione, di vita indipendente, di mobilità, d'istruzione, di accedere al lavoro ed alla vita sociale. Questi bisogni riguardano diritti esigibili ed inalienabili a prescindere, sanciti sia dalla costituzione che dalla carta dei diritti dell'uomo.!
Cordiali saluti
Michele Morace
RispondiElimina...personalmente, ritengo che i Disabili abbia DIRITTO ad una maggiore assistenza per poter svolgere tutte le incombenze ed avere le stesse chances di Chi è " abile"...; in casa come fuori!!!