Un luogo di incontro,di confronto,di dialogo,di ascolto,di denuncia,per ristabilire la normalità ed il rispetto delle idee politiche e religiose

venerdì 26 febbraio 2021

...ma il mio cuore corre a va lontano



Sabato 27 Gennaio ore 12 

Chiesa dell'Annunziata Maggiore Napoli 

Santa Messa in ricordo di Guido Improta 



disegno di Valentina Savarese



….In questi anni ho visto in modo forte la presenza del Signore che, nonostante tutte le mie miserie, mi ha accettato e protetto in tante situazioni difficili. Il Signore mi ha messo affianco una persona meravigliosa come Fulvia che mi ha accettato ed amato nei tanti episodi della nostra vita in comune. Con Fulvia ho diviso il mio cuore, il sentimento e la realtà, una realtà fatta di tante piccole cose, ma specialmente del desiderio di dividere ciò che ci unisce. Un dono è la presenza di nostro figlio Oscar, quello che si potrebbe definire un tipo in gamba, capace di accudirmi già all’età di tre anni.

La presenza del Signore è evidente nei tanti amici che ci vogliono molto bene che vivono con noi momenti allegri e situazioni difficili.

Ricordo simpaticamente di quando, essendo a pranzo da Antonio o da Gaetano, questi amici con molta semplicità, al momento di mangiare, hanno cominciato ad imboccarmi senza alcuna richiesta per farlo. Mi diceva proprio Gaetano “ma lo sai che tu hai tanti amici?”, questo subito dopo la brevissima visita di Riccardo che, passando nei pressi di casa mia, era voluto venire a dirmi ciao, come stai?

E che dire degli amici di Bacoli, dei tre Gennaro, Sabatino, Filippo, Ciro, Salvatore e Biagio, miei compagni nella notte, ad assistermi in ospedale, anche se con l’inizio del giorno erano obbligati a riprendere il loro lavoro abituale. Ma di notte sono venuti anche Mimmo, Tonino C., Gaetano e Salvatore, Mario e ancora un altro Salvatore, Antonio venuto apposta da Roma, oltre a quanti mi hanno fatto compagnia di giorno. Naturalmente al primo posto c’è Fulvia, sia di giorno che di notte anche quando ha dovuto passare ore a scuola e poi mia madre e vari parenti.

E ancora il mio amico medico, Nicola, che mi ha aiutato in molti momenti anche correndo a casa mia per emergenze notturna.

Voglio ringraziare il Signore mentre mi scorrono davanti le immagini di tanti anni trascorsi.

La fede è una cosa seria, va vissuta gioiosamente nel nome del Padre: non riesco nemmeno a immaginare cosa sarebbe stata la mia vita senza la sua Presenza. Senza di Lui la mia strada si sarebbe persa nel nulla, non avrei avuto la forza di combattere, accettare di giocare una partita con difficoltà sempre nuove, adattandomi ai nuovi rischi e non uscendo sconfitto più di tanto.

Le mie gambe non si muovono più da anni, ma il mio cuore corre a va lontano…

 

                                                     Da Scintille di Handicap



Sei andato via quando la mia schiena cominciava a vacillare e le mie braccia non riuscivano a sollevarti col necessario vigore.

Sei andato via quando la notte era per me così pesante che mi arrabbiavo quando mi svegliavi chiedendo aiuto.

Sei andato via quando le medicazioni sono diventate sempre più lunghe e fastidiose non solo per te ma anche per me.

Sei andato via quando ti sei accorto che ero diventata abbastanza forte per fare a meno del tuo sostegno.

Sei andato via quando, mai sazio di vivere, hai deciso di togliere il disturbo.

Sei andato via...

Ma io ti ho trattenuto nelle fantasie della mente, nell'aria della nostra casa, nel ricordo degli amici, nella preghiera di ogni giorno.

E sei rimasto con me, lieve presenza, a girarmi intorno con discrezione, perchè in fondo non volevi lasciarmi.

E adesso, quando mi fermo a guardarmi dentro, ti ritrovo nascosto a sorridermi soddisfatto.

                                                                 Fulvia


martedì 26 gennaio 2021

Mediocri e irresponsabili

 


A distanza di poco più di venti anni dalla caduta del governo Prodi ad opera dell’uomo in cashemere della sinistra italiana, che in verità non fu il solo responsabile del ritorno a Palazzo Chigi dell’ex cavaliere di Arcore, un altro esponente della pseudo-sinistra reduce politicamente da sonore sconfitte, sventolando pur condivisibili motivazioni dal sapore più strumentale che sostanziale, fedele ad una tradizione italiana che ha attraversato la prima e seconda Repubblica, ha deciso il ritiro della sua esigua rappresentanza dalla compagine governativa mettendo in moto l’ormai abituale caccia al parlamentare finalizzata alla sopravvivenza dell’esecutivo a parte le gradite sorprese di due esponenti di Forza Italia di cui una spinta a quanto sembra da spirito di vendetta per un amore tradito e di qualche ex pentastellato desideroso di poter occupare un posto nel Governo indicando anche nell’Agricoltura la sua massima aspirazione.

Gossip a parte, tra amori perduti e senatori in cerca di prestigiosa collocazione, nessuna novità se non la costante della irresponsabilità e della mediocrità di una classe politica che non sarà certamente la riduzione della stessa a migliorarne la qualità.

Fin qui soltanto la scena di un film dal finale scontato, prevedibile con un protagonista anche produttore, regista e sceneggiatore di una trama costruita come un puzzle la cui composizione, cominciata già da qualche anno, non ha collocato ancora gli ultimi tasselli che non tarderanno ad essere posizionati.

Sarebbe ingiusto e scorretto non tracciarne il contesto dai contorni davvero singolari che hanno portato alla formazione dei due recenti governi e individuarne le radici e quindi le gravi responsabilità che hanno favorito strane alleanza prive di ogni identità ideologica caratterizzate unicamente dalla voglia di potere, dall’esserci ad ogni costo rinnegando valori, se pur non condivisibili, ma comunque elementi cardine sui quali è stato costruito un percorso teso a rottamare tutto e tutti per poi negarlo alla prova dei fatti con l’unico obiettivo di conquistare il potere per il potere.

Quella forza del rinnovamento radicale ha consentito un’alleanza perversa con la peggiore forza politica della destra, condividendo ogni provvedimento e tacendo al cospetto di comportamenti indegni di un esponente di governo che trasferì la delicata sede del Viminale a Milano marittima tra mohiti e lap-dance. Ha indicato un Presidente del Consiglio che con nonchalance ha presieduto governi, almeno sul piano formale, politicamente diversi, passato da fantasma a figura centrale, da trumpista a entusiasta del nuovo corso americano, in un attimo, un trasformismo brachettiano del migliore illusionismo.

Ciò non esclude la delicatissima fase dettata dalla pandemia che si è trovato a dover gestire, con tutti gli errori possibili ma anche con la capacità di ricucire rapporti con l’Europa ricavandone benefici per il nostro Paese e non ultimo, di acquisire un rilevante consenso personale.

Questo il contesto in cui il peggiore renzismo si è articolato, soltanto un fotogramma di quel film già visto e prevedibile, avendo gioco facile in un panorama politico debole che non saranno di certo possibili elezioni a cambiare sostanzialmente, elezioni richieste con cadenza quotidiana, martellante da quella destra anch’essa del migliore trasformismo al potere per anni, approvando leggi ad personam per l’ex cavaliere, fino a spergiurare che Ruby fosse la nipote di Mubarak, provvedimenti del Governo Monti compreso la legge Fornero, fondo salva stati e che oggi ne chiede l’abolizione. Quella destra oggi scandalizzata dalla ricerca di consensi in Parlamento costata fino ad ora due senatori a Forza Italia e che altri potrebbe perderne per costituire quella quarta gamba venuta meno, è la stessa del mercato delle vacche dei Razzi, Scilipoti e di quel senatore pagato tre milioni di euro da Silvio Berlusconi per far cadere il governo Prodi.

A differenza del passato c’è un elemento nuovo che potrebbe in qualche modo fare la differenza in quella ricerca di consensi in Parlamento per sostenere una maggioranza zoppa costituito proprio dal Presidente del Consiglio, figura alquanto anomala ma che oltre ad avere un indice di gradimento abbastanza rilevante nell’opinione pubblica, secondo alcuni analisti valutato oltre il 10% dei consensi elettorali, potrebbe costituire sotto mentite spoglie un gruppo parlamentare a sostegno del suo esecutivo,  con  europeisti anti-sovranisti e, da non escludere, anche da opportunisti.

Anche se il ricorso alle urne è lo sbocco più naturale in una sana democrazia, la situazione contingente, la crisi pandemica sia sanitaria che economica dai tempi lunghi e l’imminente elezione del Capo dello Stato inducono ad una riflessione più attenta e ai possibili sviluppi dagli esiti incerti e non ultimo ad una possibilità di ritorno al governo del Paese di quelle forze che per lunghi anni hanno portato l’Italia allo sfascio e in pochi mesi, in tempi più recenti, parte di esse ha dato il peggio in quanto a strategie eversive che hanno prodotto un clima divisivo, intollerante e di odio. Da non sottovalutare quanto estratto dal cilindro in queste ore dall’imprevedibile Matteo del Papeete, la possibilità di eleggere alla presidenza della Repubblica il plurindagato e condannato Silvio Berlusconi, eventualità possibile con un ritorno del centrodestra alla guida del Paese e che forse potrebbe non dispiacere all’altro Matteo per completare la tessitura di quella tela cominciata al Nazareno.

La domanda in questi giorni più frequente, a seguito di dichiarazioni di parlamentari ed ex esponenti di governo di Italia Viva, è quella sulla possibilità di un rientro nella maggioranza di un Matteo Renzi terrorizzato dalla eventualità di un ritorno alle urne che potrebbe portarlo con ogni probabilità sotto la soglia del 3%, rientro escluso dagli altri partiti della coalizione ma non dal Presidente Conte non pienamente convinto di ricercare una quarta gamba in tempi brevi e pienamente affidabile.

Un PD comprensibilmente non disponibile a riallacciare un dialogo con IV ma disponibile ad un’alleanza anche con Berlusconi, un altro suicidio annunciato in stile renziano.

Le dimissioni presentate al Capo dello Stato con la prospettiva di un possibile reincarico al Presidente per tutte le stagioni con una maggioranza tutta da inventare in tempi brevissimi, una crisi che preoccupa Bruxelles per l’instabilità politica e sulla possibilità che possano tornare al potere quelle forze politiche euroscettiche, preoccupazioni, in verità, non solo per il nostro Paese ma anche per qualche altro stato europeo.


domenica 24 gennaio 2021

Guido, una grande lezione di vita



Erano gli anni del post-Concilio e le comunità di base nascevano un po' ovunque e gli incontri tra quelle sorte a Napoli erano sempre più frequenti e con alcune di esse i rapporti erano particolarmente intensi. La nostra aveva sede nei locali della Chiesa di San Carlo alle Mortelle retta da un sacerdote dotato di una grande cultura e disponibilità su tutto quanto era innovativo, adeguato ai tempi e aperto al dialogo. In uno di quegli incontri, negli anno '70, conobbi Guido Improta con il quale nacque una intesa, un'amicizia e una complicità che in breve si tradusse in molteplici attività sociali e nella nascita della rivista AZeta che in breve tempo ebbe una diffusione anche nazionale cui collaborarono giornalisti, politici ed esponenti di Governo di sinistra, centro e della destra moderata. Un punto di riferimento e di confronto possibile soprattutto per l'equilibrio e la pacatezza di Guido con la sua capacità di tenere a freno l'agitazione di chi come me riusciva a contare al massimo fino a tre.

Il sopraggiungere del male che verso la fine degli anni '70 colpì Guido non riuscì a indebolire il suo entusiasmo, la sua voglia di dedicarsi allo studio laureandosi in Sociologia, Lettere e Filosofia e completando quelli in Teologia, continuò nel suo impegno di responsabile nazionale del Movimento Giovanile Missionario cui ancora oggi il suo nome è ben presente nelle comunità.
Per 35 anni in carrozzella e oltre otto allettato, questa notte  ci ha lasciati; mai in tanti anni un lamento, una imprecazione contro la vita che lo aveva segnato.


Nel corso dell'ultimo nostro incontro, prima che scoppiasse questa maledetta pandemia, parlando come sempre di esperienze e amici di un tempo e commentando la politica dei nostri giorni, sempre con le sue battute in stile anglosassone, all'improvviso mi fece segno di volermi dire una cosa, lentamente e con un filo di voce ma con uno sguardo sereno con i suoi occhi chiari : Sono contento della mia vita, non mi lamento, non ho nulla da chiedere, ma veramente.
Una moglie e un figlio straordinari, un amore autentico tradotto nei fatti.
Una grande lezione di vita, un esempio unico di umanità e una grande Fede vissuta, testimoniata fino all'ultimo suo istante.
Ciao Amico mio.

Un abbraccio a Fulvia e Oscar, ai fratelli, sorelle e particolare alla sua cara mamma.
  
Lo saluteremo domani Lunedi 25 Gennaio ore 10,30 Chiesa dell'Annunziata Maggiore-Napoli

sabato 12 dicembre 2020

don Mimmo Battaglia  Arcivescovo di Napoli 

Lotterò per giustizia, onestà, lavoro


"...L’emergenza Covid-19, ha messo a nudo la fragilità di questo nostro mondo, l’inconsistenza di ciò in cui pensavamo di aver trovato la chiave risolutiva di tutti i nostri problemi, la gracilità di quell’economia, che sia a livello locale, sia a livello globale, è stata ritenuta l’unica meta ed è stata vista e osannata come l’unica via, che al di fuori di ogni regola, 
porta l’umanità verso la felicità sulla terra..."



sabato 5 dicembre 2020

 Il virus dell’egoismo

Sono giornate frenetiche queste prime di dicembre, un continuo parlare e una spasmodica attesa di un nuovo decreto specifico per il prossimo Natale, DPCM tanto atteso che puntuale è arrivato proprio nel giorno in cui i dati relativi ai nuovi contagi sono 23.225, i deceduti 993 portando il totale a 58.038, ben consapevoli che purtroppo quotidianamente il numero sarà destinato ad aumentare.

Dati che non sembrano sfiorare minimamente quella parte di comunità nazionale sicura di una immunità personale e familiare impegnata a programmare irrinunciabili vacanze e grandi abbuffate allargate in barba ad ogni decreto e divieto, ad ogni possibile pericolo per l’incolumità di bambini e anziani, un Natale ad ogni costo sulla scia di una tradizione che non può tenere conto in maniera assoluta di sobrietà e prudenza alcuna.

Settimane a contare i morti e contagiati ma soprattutto a discutere sulla apertura di impianti sciistici e spostamenti tra regioni non per comprensibili esigenze affettive ma per raggiungere seconde e terze case, per le irrinunciabili vacanze invernali certi della propria immunità inconsapevoli di quella incoscienza e superficialità a danno di se stessi, dei propri familiari e di quanti potenzialmente a contatto anche se soltanto sporadicamente.

Una serie di provvedimenti necessari per evitare quanto più possibile occasioni di contagio, oggetto anche di contestazione non solo da parte di quella categoria umana che con il negazionismo ha qualificato e dato spessore alla stupidità ma anche da parte di parlamentari della opposizione e di alcuni della maggioranza di governo, una idiozia tutta figlia della mediocrità politica di questo Paese e di quel vizio italico di sottostare alle pressioni di lobbies sponsorizzate da forze di governo e opposizione.

Una difesa ad oltranza del diritto a non rinunciare ad una ritualità secondo canoni in linea con stili di vita divenuti patrimonio irrinunciabile della maggioranza degli italiani, diversificati unicamente dalla posizione economica, lontani dal senso di comunità, di condivisione perfino del dolore, della sofferenza umana. Decine di migliaia di famiglie private di un loro caro dal terribile virus destinate a trascorrere le festività del Natale senza un padre, una madre, un marito, una moglie, un figlio, nella indifferenza più totale, nei loro confronti il contagio peggiore, quella cultura dell’indifferenza, cui ha fatto riferimento più volte Papa Francesco e prima ancora Antonio Gramsci Odio l’indifferenza. Vivere significa partecipare e non essere indifferenti a quello che succede.

Il virus dell’egoismo contrapposto alla cultura della solidarietà che in tempi di pandemia assume un aspetto ancor più pericoloso, più grave se riesce a trasformare in follia collettiva una serie di richieste da parte di ambienti più disparati, una borghesia che pretende di tenersi ben stretti privilegi e consuetudini acquisiti e fasce di popolazione trascinate in riti gaudenti e illusori, entrambi in dispregio del bene comune e di quella solidarietà e sensibilità senza le quali non sarà possibile costruire un modello di società a misura d’uomo ma che purtroppo rischia di essere peggiore dell’attuale.

Una solidarietà ed un’attenzione doverosa alle categorie più deboli che in questa crisi pandemica il governo deve attuare con atti concreti, con risorse sostanziose da dare in gestione ai sindaci che meglio di altri hanno contezza dello stato di indigenza e di estrema povertà dei propri territori, aiuti che non possono limitarsi ad un contributo una tantum in occasione del Natale ma anche per i prossimi mesi certamente non facili.

La gestione di questa emergenza progressivamente sempre più confusionaria anche per l’incapacità e l’inconsistenza di alcuni presidenti di regione con manie di protagonismo e con il preciso obiettivo di nascondere errori di gestione di una sanità che non può continuare ad essere in mani incompetenti che risponda a logiche di bassa politica o peggio di malaffare. Tutta la gestione del sistema  sanitario deve essere necessariamente in capo al Ministero della Salute supportato dalle istituzioni locali, in primis dai comuni che meglio di altri hanno conoscenza delle esigenze dei loro territori e questa emergenza, che presumibilmente avrà tempi lunghi, deve essere necessariamente gestita dallo Stato centrale senza ulteriori decreti uterini di presidenti di regione in conflittualità permanente con ministri e sindaci e capaci soltanto di autoesaltazione mediante monologhi e sproloqui puntualmente proposti in rete senza alcuna possibilità di confronto per non intaccare il proprio ego.

Una volta fuori dall’euforia natalizia occorrerà mettere subito in campo politiche per favorire sviluppo e lavoro, dando una prospettiva a partire da subito ai nostri giovani e anche ai non più tanto giovani le cui esistenze sono legate proprio a quella generazione travolta da questa pandemia, finita in un’arida contabilità quotidiana e costretta da un sistema cinico seppur comprensibile, a morire in solitudine restando soltanto nella memoria e per molti anche nella disperazione per la mancanza di un sostentamento seppur modesto ma indispensabile per la propria sopravvivenza.


Il recente rapporto della Caritas italiana ha registrato un notevole incremento dei nuovi poveri, passati dal 31 al 45% e un aumento del 12,7% di quanti si presentano alle mense ed ai centri di accoglienza, percentuali che tradotti in numeri, in persone sono davvero impressionanti e prevedibilmente in costante aumento nei prossimi mesi, dati che non possono lasciare indifferenti il governo nella gestione delle risorse seppur legittime ad operatori commerciali, ancora più giuste e indispensabili per i tanti invisibili delle nostre città, risorse da reperire a tutti i costi abbattendo quel muro di egoismo protetto dalla politica vecchia e nuova che di nuovo ha soltanto il nome.

giovedì 20 febbraio 2020

De Magistris: "Un calcio ai pregiudizi: Scampia batte Gomorra 3-0"




I soliti detrattori staranno rosicando
Alcuni intellettuali faranno dotte elucubrazioni,
discorsi di conservazione della memoria storica dell’architettura e altri bla, bla,bla. Lasciamoli ai salottieri che prima di parlare avrebbero fatto bene a soggiornarci almeno una settimana.
Il simbolo del degrado, della deportazione di parte degli abitanti di questa città, il simbolo della vergogna va giù,
Merito dei Comitati e degli stessi abitanti di Scampia che ci hanno sempre creduto e messo la faccia.
Una operazione meritevole dell’Amministrazione Comunale e degli interlocutori di Governo che hanno creduto in questa maxi operazione garantita e voluta dal Sindaco Luigi de Magistris.

EVVIVA

martedì 24 dicembre 2019

Sereno Natale di Pace e Bene a tutti...o quasi



Tra le peggiori rappresentazioni del Natale non poteva mancare quella ad opera di chi ha saputo tirar fuori il  peggio del peggio dell'umanità , tutto il contrario di ciò che è il Cristianesimo.

L'esibizione del presepe, dopo la corona del Rosario, Crocifissi e amuleti vari, è quanto di più ridicolo la politica piccola, piccola e meno che mediocre sia capace di rappresentare rendendo altrettanto ridicoli in particolare quei "cattolici" che ne seguono la sua scia.

Sereno Natale di Pace e Bene a tutti...o quasi


martedì 19 novembre 2019

Sorrento, Positano e le mie curiosità da capèra

Matteo Salvini sarà giovedì a Sorrento per celebrare l'ingresso dei sindaci di Sorrento e Positano nella Lega. Il segretario sarà alle 11 al Circolo dei Forestieri insieme ad alcuni parlamentari campani e al sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo e quello di Positano Michele De Lucia. (ilmattino.it)


Se lo dice il maggior quotidiano della città, sarà proprio così. 
Ne avevo sentito parlare da amici carissimi abituali frequentatori delle due perle della nostra regione e che ora, verificata la veridicità della notizia, cercherò di soddisfare alcune mie curiosità che non so se siano anche degli abitanti delle due località che pur dovranno preoccuparsi del loro territorio ora affidato alla cura di due anime leghiste.

Vengo subito al nocciolo della questione, della mia curiosità degna delle migliori capère  di Napoli  (pettinatrici a domicilio, avide di carpire e poi raccontare fatti altrui), perche il tarlo che mi afflige da giorni dovrebbe interessare maggiormente chi fa parte di quelle comunità ma che non sembra neanche sfiorarli, a meno di qualche sardina nascosta.

Mi chiedo: ma una adunata dei leghisti sorrentini con elmi , lance e corazze dove potrebbe avere luogo? Non credo nell'incantevole struttura denominata Circolo dei Forestieri con le sue superpanoramiche terrazze che Giovedi dovrebbe accogliere l'ex vice presidente del consiglio ed ex Ministro dell'Interno e segretario di quella Lega dei 49 milioni truffati ai contribuenti italiani e dell'ancora misterioso collegamento affaristico  con la Russia di Putin ancora tutto da chiarire, se mai si chiarirà.

Marina piccola? Marina grande?  Non credo, troppo vicino al mare e la vista di tante corna e uomini in corazza, potrebbe spaventare gli immancabili turisti che affollano Sorrento tutto l'anno, quelli che scendono e salgono dagli aliscafi e  dalle innumerevoli imbarcazioni.

E perche no? farli sfilare nei bei gozzi sorrentini guidati dagli abbronzatissimi marinai che potrebbero ,però, essere scambiati per uomini di colore, immigrati sbarcati da un gommone, gli stessi sorrentini entrati ormai in un clima e in una scenografia tutta padana non sarebbero capaci neanche di riconoscere i loro compaesani.

E Positano? Mica è facile trovare un posto ampio per una adunata, stradine graziose con fiumi di turisti d'ogni razza e colore , si rischierebbe una battaglia a suon di sciabole e lance appuntite che potrebbero infilzarsi tra vestiti, costumi, magliette e sandali intrecciati.

No,occorrono idee e ragionamenti ponderati, magari si potrebbe organizzarla quella adunata annuale chiedendo ospitalità a Napoli o Salerno; per Napoli mi permetto dare un suggerimento, non pensarci neanche lontanamente perchè un popolo non di sardine ma di cefali, saraghi, orate incazzate e da qualche giorno anche di lupi, bloccherebbero, questa volta davvero, quei porti a Napoli mai chiusi, mai bloccati, sempre aperti.

Forse Salerno? Si potrebbe tentare ma lì il profumo di  fritture  bloccherebbe addirittura  l'autostrada, non si riuscirebbe ad entrare in città neanche facendosi prestare le maschere dai coraggiosi oppositori di Hong Kong.

Non so perchè, ma sembra tutto un brutto sogno, Sorrento, Positano i luoghi della mia giovinezza, delle bermuda rosse e gialle - mai verdi - comprate a Marzo  e i sandali ordinati e consegnati dopo neanche un'ora, tutti in cinquecento pressati come autentiche sardine nella speranza che le cinquecento lire di benzina potessero bastare, di punto in bianco con un sindaco, che dico ? DUE del carroccio  - ma non della carretta tirata a braccia piena di canestri e pagliarelle lavorati a mano con il sudore della nostra gente che non ha mai avuto necessità di travestirsi come a carnevale per affermare la propria identità - ma si può? Il carroccio nella nostra amata costiera.

Positano, Sorrento, arriverò per mare calpestando al massimo la sabbia e se tornerà, come tornerà di certo, il canto degli uccelli , il profumo dei limoni e il verde degli alberi, ma solo il verde degli alberi e scomparirà quello degli uomini, ti riabbraccerò anche via terra.
  

giovedì 31 ottobre 2019

Congiure di Palazzo



Ritengo che la squallida congiura di palazzo, quella consumatasi alcuni giorni fa al Comune di Napoli, il cui audio è stato pubblicato sul quotidiano La Repubblica-Napoli, si sia svolta in assoluta tranquillità, senza suscitare reazioni eclatanti, senza che nessuno degli addetti ai lavori si sia particolarmente scandalizzato, perchè la dinamica è di quelle che da sempre si svolgono nella stanze, nei corridoi, negli antibagni, al bar, in pizzeria, da parte di quei personaggi fatti con lo stampino, a Napoli come a Milano, a Torino, a Palermo.

Personaggi che con la Politica, con la buona Amministrazione, non c'entrano nulla, siano essi Coniglieri comunali, regionali o parlamentari, rappresentano il nulla ma occorrono per far numero, per costituire maggioranze laddove, in particolare, a seguito sempre di squallide manovre, costituendo gruppi autonomi che rappresentano solo se stessi, mettono a rischio la vita amministrativa di una città o del Paese.

Quali le ragioni? Curare i propri interessi, non sempre strettamente economici, sperando giorno per giorno in un incarico, in un assessorato, una presidenza non avendo, nella maggior parte dei casi, all'attivo neanche competenze, iniziative a favore della città o del Paese se non farsi carico di denunce, disservizi, stando con un piede in maggioranza e l'altro all'opposizione, una strategia vecchia come il mondo che in genere funziona sempre quando ad essere preso per la gola è chi è avvezzo a certi sistemi e vive e prospera su di essi.

La stupidità o l'ingenuità(?) è l'incapacità di valutare  il proprio bersaglio, certi che sono tutti uguali e una volta scoperti, tradimento del tradimento, mediante una registrazione, si cerca di correre ai ripari con dichiarazioni e azioni peggiori dell'atto stesso, voltastomaco del voltastomaco tanto per esser chiari.

Pilotati ? Corteggiati ? Autocandidature? 

Fossi il Sindaco lascerei tutti in mutande da subito, tutti a casa ! 
Anche se a pagare sarebbe come sempre la città.


martedì 17 settembre 2019

Napoli vide giusto sull'arroganza di Matteo I°

Ripropongo un mio articolo che a distanza di oltre un anno   ancora una volta da ragione a chi con grande lungimiranza, derenzizzò Napoli dall'arroganza di un politico pericoloso per la democrazia italiana che purtroppo ancora lascerà tracce a danno di questo Paese

lunedì 5 marzo 2018


Sconfitta l'arroganza

Non ne ha mai azzeccata una, da quando ha voluto sfidare il Paese con il referendum costituzionale che gli costò una plateale sconfitta che avrebbe dovuto placare la sua nota arroganza in gran parte presa a lezione dall'altro campione di ostentazione di sicurezza e spregio per gli avversari che porta il nome di Silvio Berlusconi, che anche lui ha subìto una solenne mazziata.

Matteo Renzi, bisogna ammetterlo, è riuscito nella sua opera di rottamazione di se stesso perseguendo un disegno perverso: distruggere la creatura affidatagli, quel Partito che doveva essere la casa della sinistra italiana e che invece si è ridotta ad essere quella baracca che prima o poi sarà definitivamente demolita per far nascere sulle sue ceneri la casa dei centristi con i reduci di tutte quelle componenti zoppicanti del centro-destra.

La vittoria dell'uomo per tutte le stagioni che porta il nome di Pierferdinando Casini è il simbolo della peggiore strategia renziana che uscirà allo scoperto mostrando il suo vero volto alle prossime competizioni elettorali perché chi crede che il responsabile della rottamazione della sinistra si ritiri dal gioco sbaglia solennemente.

Gli esigui numeri dei fuoriusciti dal PD non lo avrebbero di certo salvato dal baratro, né altre forze cimentatesi con apprezzabile impegno ed onestà potranno rappresentare nel breve e medio termine una forza determinante per risollevare una sinistra capace di uscire dai soliti schemi nostalgici uscendo da una politica di nicchia che potrà portare soltanto altre solenni sconfitte.

L'arroganza di Matteo Renzi, con le sue politiche tutt'altro che di sinistra, ha ricevuto l'ennesima sconfitta e non basterà l'ingresso in Parlamento per restituirgli credibilità, continuerà nella sua opera di costruzione di una forza rifugio dei centristi e il sempreverde uomo per tutte le stagioni potrebbe dargli una buona mano in quest'opera che il buon Pierferdinando ha sempre sognato.

E, a proposito di arroganza, come non ricordare le continue incursioni ,anche in qualche sede istituzionale, per sostenere la perdente candidata a Sindaco del suo partito, utilizzando anche un linguaggio sprezzante per chi poi gli ha fatto collezionare l'ennesima figurina dell'album delle brutte figure?

Come non ricordare le prese di posizione su Bagnoli, il commissario, l'estromissione del primo cittadino dalle decisioni sul futuro dell'area , spiaggia pronta dopo pochi mesi e falsità varie?




Bisogna dirlo che un primato Napoli lo ha avuto, battendo tutti con notevole anticipo derenzizzando il territorio.

sabato 31 agosto 2019

Soluzione della crisi tra rivoluzione e accattonaggio



E' cronaca di questi giorni, ci sarebbe da ridere se non rappresentassero ancora una volta il livello più basso di una classe politica inetta e pericolosa.

Mentre l'enigmatico Luigi Di Maio si diverte a raddoppiare i punti programmatici da sottoporre ai Dem, continuando a pretendere la vice presidenza del consiglio, dal Veneto l'impomatato Presidente della regione Luca Zaia, come Brancaleone da Norcia, chiama alla rivoluzione il popolo delle comiche adunate leghiste con elmetti e lance per non essere da meno di un Matteo Salvini che ha chiamato il suo popolo a raccolta ma con calma, a Ottobre, la rivoluzione può aspettare.

Che l'uomo di cultura Zaia, quello delle quattro pietre di Pompei, e del suo segretario di partito che passerà alla storia come l'uomo di Governo che si è mandato a fare in culo da solo, non c'era alcun dubbio sulle loro ben note qualità e provenienze ma che l'uomo di Pomigliano, quello del rinnovamento, faccia apparire gli uomini del Partito Democratico come dei giganti rispetto all'accattonaggio in corso ad opera sua che, dopo la sconfitta delle europee e tutto quanto approvato passivamente nei quattordici mesi di governo, che ancora sia a capo di un Movimento la cui spaccatura se non imminente sarà certamente l'unica via per salvare il salvabile, è davvero il colmo.
Dai dieci punti sono bastate poche ore per passare a 20 e se non si risolverà il nodo della vice-presidenza i punti diventeranno 30.

E la piattaforma ? Che diranno dell'accordo quei circa duemila poco più poco meno, soprattutto i guru di Genova, che faranno dire alla piattaforma?

Renzi ci spera sul buon esito della trattativa,  per poi attuare il suo piano e andare ad elezioni.



lunedì 26 agosto 2019

Conte si, Conte no




Sembra diventato il tormentone di fine estate, di una estate politicamente burrascosa, come del resto da quattordici mesi a questa parte,  ma anche di un Agosto che ha visto finalmente la fine di una perversa alleanza che soltanto un matto non è riuscito a prevederne la conclusione.

Il partito del cambiamento, del mai con nessuno, della presunzione di una maggioranza assoluta da non aver bisogno di alcuno con cui allearsi e alla fine il matrimonio consumato con la forza politica di estrema destra al governo del Paese per quasi un ventennio con quel Berlusconi delle figuracce internazionali e delle allegre serate goderecce, con quel partito della truffa dei 49 milioni di euro e degli strani rapporti con la Russia e le tante bugie dette.

Matrimonio finito con un divorzio dopo soltanto pochi mesi nonostante gli spergiuri di quel Matteo aspirante ducetto che giurava alla sua sposa e all'Italia tutta, fedeltà assoluta per l'intera legislatura.
Come se non bastasse lo sposo subito pentito vorrebbe tornare a casa offrendo ogni cosa pur di attirare l'attenzione della sua sposa tradita.

Senza perder tempo pare si stia consumando una nuova unione e gran parte del Paese tradizionalmente abituato a votare turandosi il naso, si augura che ciò avvenga pur di mettere in un angolo chi è stato il Presidente del Consiglio di fatto  occupandosi anche di ogni cosa anche di non sua competenza oscurando un Conte fantasma e un silente Di Maio ottenendo dagli stessi ogni approvazione e consenso.

Come ha ben scritto il Direttore di mardeisargassi.it Alessandro Campaiola, Conte, un giorno da Leone dopo 14 mesi da pecora , è riuscito comunque a dare una immagine di se rassicurante, da pentito buono e ora ritenuto il miglior statista del dopoguerra (anche se questo primato Berlusconi lo avocò a se).

Conte sì, Conte no, è il tema che sembra superare ogni programma, ogni altra cosa.

Non c'è da meravigliarsi, dal 1994 la politica mediocre di questo Paese è in mano ad improvvisatori, incompetenti, nessuno, tranne debite eccezioni, che abbia svolto ruoli in amministrazioni locali, che abbia una minima esperienza di gestione della cosa pubblica.

Lungi da me dal voler sminuire la personalità del distinto Avvocato Conte ma i giudizi vanno dati sui fatti, ha consentito ogni vergogna di Matteo Salvini e il contrario di tutto del giovane Di Maio, tirarsene fuori e ostentare una verginità perduta mi sembra davvero troppo.

Auguriamoci un Governo per il Paese che non faccia una fine simile in pochi mesi per i giochetti dell'altro Matteo targato PD dal quale non comprerei neanche un auto usata.

Buona fortuna a tutti noi!


sabato 29 giugno 2019

L'OBBEDIENZA NON È PIÙ UNA VIRTÙ
















Non mi piacciono queste divisioni.

Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in
diseredati e oppressi da un lato,
privilegiati e oppressori dall'altro.
Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri

don Lorenzo Milani

lunedì 20 maggio 2019

Cattolici: scegliere tra ipocrisia e coerenza



Mentre Matteo Salvini esibiva il Vangelo come un amuleto e si affidava al Cuore Immacolato di Maria una nave carica di naufraghi riceveva il divieto di approdare a Lampedusa e l'Onu ci condannava per violazione dei diritti umani. L'uso strumentale feticista della religione del segretario della Lega. Cos'altro manca per suscitare l'indignazione dei cattolici?
 (da Famiglia Cristiana)

L'ottimo Francesco Anfossi è intervenuto con un condivisibile articolo sul settimanale Famiglia Cristiana, sulla penosa sceneggiata di sabato a Milano del Ministro dell'Interno dove si è ripetuto il rito di ostentazione della corona del Rosario e l'invocazione alla Vergine Maria per cavoli del suo partito che sempre più sta devastando questo Paese come se non fossero bastati i venti anni al governo del Paese con l'altro personaggio del quale la storia credo ricorderà soltanto squallide esibizioni di escort e vergognosi teatrini in consessi internazionali.

Un attacco senza precedenti da parte di un membro del Governo ad un Pontefice dopo aver tollerato, quello sì, lo striscione in piazza San Pietro contro il Papa ad opera di Forza Nuova senza che nessun agente della Digos intervenisse mentre sono stati prelevati con la forza striscioni in tutta Italia, alcuni senza capirne neanche il senso tanto da ritenerlo sovversivo o offensivo (restiamo umani).

Un attacco premeditato, gravissimo nel silenzio anche del Capo dello Stato che fino ad ora non ha profferito parola anche per i provvedimenti  contrari a quanto previsto dalla Costituzione.

E come accade sempre quando si offende qualcuno gridando in una piazza, quella del Duomo occupata neanche per un terzo, i presenti hanno  applaudito e fischiato e temo che ieri gran parte di essi siano andati anche a messa come vuole la tradizione, come vogliono i cristiani per tradizione per difendere le radici.

Aspettando che il Presidente Mattarella intervenga, occorre che Domenica si vada tutti a votare, qualsiasi forza politica con l'esclusione categorica di quelle della destra peggiore che sta sfasciando il Paese, che sta creando odio ed esercitando abusi di potere non più tollerabili in una nazione che si definisce democratica.

E' ora che i cattolici escano allo scoperto e dicano da che parte intendano stare, continuare nell'ipocrisia accettando rosari e madonne sbandierati in piazza come amuleti e offese al Pontefice o recuperare quel minimo di coerenza che il Cristianesimo esige.

I vescovi richiamino alla coerenza ed evitino giri di parole, l'Arcivescovo  di Milano Mario Delpini ancora tace su quanto detto all'indirizzo di Papa Francesco fuori della sua cattedrale, mi auguro non per condivisione di una squallida sceneggiata.

In attesa che ci si svegli un po' tutti e della prossima esibizione con altri utili amuleti.