L'altra
sera è andata in onda nel salotto di Fabio Fazio la peggiore
rappresentazione del livello della politica più bassa di questo
Paese, paragonabile soltanto al suo clone che ha imperversato come un
tumore in questa nostra cara Italia e ancora continua a lasciare
metastasi con il consenso di una parte degli italiani e, purtroppo,
anche di qualche
alta autorità dello Stato.
Il
rottamatore del Partito Democratico e degno allievo del maestro ha
pubblicamente inferto un altro colpo al suo, ancora per poco, partito
fregandosene dell'attuale reggente e di una riunione di direzione
convocata per decidere se accettare o meno una intesa con il M5S per
la formazione di un governo.
Tralasciando
il teatrino del piazzista che chiede accordi a destra e a manca -
tanto tutto fa brodo purché faccia il Presidente del Consiglio –
in perfetto stile berlusconiano Matteo Renzi decide di anticipare l'esito di una
riunione ancora da farsi, comunicando come fosse il padrone del PD
che nessuno voterà a favore.
In
poche parole colui che sconfitto solennemente al referendum
costituzionale, sconfitto platealmente nella recente consultazione
elettorale, non più segretario del partito imita il gesto dell'ex
cavaliere al Quirinale, gettando per aria Salvini e la Meloni
appropriandosi del microfono, così il perdente Matteo Renzi manda
all'aria
Martina e tutta la direzione.
Stessa
arroganza, stessa voglia di riaffermare la propria supremazia su
tutto e tutti e continuare il percorso di presa di distanza per
uscire dal partito e costituire una propria forza centrista che
magari raccoglierà anche i brandelli di ciò che resta di Forza
Italia garantendole continuità.
A
parte l'ex cavaliere che è un caso patologico più unico che raro, nella vecchia
D.C. mi ricorda soltantoqualche personaggio della corrente dorotea
,veri padroni del partito, che qualche responsabilità nel massacro
sia della D.C che dell'uccisione di Aldo Moro pur l'avranno avuta, ma
la sfacciatagine del perdente Matteo Renzi
ha superato ogni limite.
ha superato ogni limite.
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