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martedì 23 febbraio 2016

Umberto Eco e gli imbecilli

E' oggi la giornata dell' ultimo saluto -  non dell'addio,  perché gli scrittori i poeti, gli artisti continuano il loro camino di vita attraverso le loro opere - al semiologo, filosofo e scrittore italiano Umberto Eco e proprio oggi voglio fare una breve riflessione su quanto detto in occasione della laurea honoris causa ricevuta dall'Università di Torino nel Giugno dello scorso anno :
 I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. 
Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli                                                                 



Premesso che questa breve riflessione non intende assolutamente sminuire la figura e l'alto contributo dato da Eco alla cultura nazionale ed internazionale ma semplicemente entrare nello specifico del suo pensiero espresso e sopra riportato.

L'avvento di Internet ha rivoluzionato il mondo della comunicazione, ha accorciato le distanze, ha amplificato e reso più rapide le notizie consentendo una maggiore partecipazione, condivisione e dissenso prima monopolio soltanto della carta stampata, radio e televisione.

L'utilizzo di internet ha consentito di allargare in maniera considerevole la fascia di quanti scrivono attraverso i Blog, pagine mirate, profili sui social  e, come tutte le cose dell'umano vivere, alla maggioranza degli interventi seguiti da migliaia di contatti, che il più delle volte intervengono instaurando un proprio e vero dibattito attraverso i commenti, si contrappongono anche una schiera di imbecilli come detto da Umberto Eco. 

Mi meraviglia l'affermazione tesa a generalizzare e focalizzare unicamente sui social la presenza degli imbecilli come se gli stessi avessero trovato un unico spazio dove sfogare la propria repressione e ignoranza.

Di imbecilli è altrettanta piena la società in cui viviamo, in tutte le organizzazioni come nelle Istituzioni e anche nel mondo universitario, nella scuola, negli Enti, nelle Banche, nei Comuni, nelle Regioni, alla Camera, al Senato e mi fermo quì, sono tanti gli esempi e troppo lungo sarebbe l'elenco.

Non ci troveremmo nella situazione che tristemente viviamo se più di un imbecille non avesse occupato (o anche legittimamente attraverso il voto)  sedi Istituzionali.

Troppo facile criminalizzare i social e far finta di niente oltre le tastiere, gli imbecilli appartengono ad una razza difficilmente estinguibile ma quanto più la comunicazione si amplifica ed è libera, tanto più la speranza che si assottigli la schiera degli utili imbecilli che hanno consentito da troppi anni il declino sociale e politico di questo nostro amato Paese.

Maggiore fiducia nei confronti degli utilizzatori di questi strumenti di democrazia che forse saranno pure in grado di distinguere gli imbecilli dalle persone normali. 


6 commenti:

  1. Gianni Vigilante
    Il super uomo: io, me, mio, e il resto? Tutti imbecilli.

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  2. Carlo Fedele
    Anche se gli riconosco una buona parte di verità. Oggi troppa gente scrivendo su fb crede di fare del giornalismo

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    1. Carlo l'ho detto in premessa ma il tema è che gli imbecilli in rete non sono meno imbecilli degli imbecilli fuori della rete

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  3. 24.02.2016 – By Nino Maiorino
    Caro Antonio, mi associo ai tuoi sentimenti di ammirazione per Umberto Eco e di cordoglio per la sua morte: è stato un grande italiano, e un grande studioso, scrittore, giornalista e anche un grande e lucido osservatore della società che cambia.
    In merito alla “polemica” suscitata dal suo discorso all’Università di Torino nel giugno scorso a proposito degli imbecilli ai quali i social media hanno dato diritto di parola, è palese che Eco non volesse criminalizzare i social, riconoscendone i grandi meriti: egli stesso, nel suo discorso, ha detto, fra l’altro, che se all’epoca del nazismo fossero esistiti, probabilmente non ci sarebbe stato l’olocausto degli ebrei e di tutti i “diversi” messi a morte.
    Quella di Eco a proposito dei social e degli imbecilli è stata un’utile provocazione finalizzata a ribadire che gli imbecilli, le cui madri, mi permetto di aggiungere, sono sempre gravide, pure se sono sempre esistiti e, ahinoi, sempre esisteranno, hanno ora un veicolo in più per le loro esibizioni; ma nel mentre, quando lo fanno al bar, v’è qualcuno che li ascolta e spesso li mette a tacere (magari con una “chianetta”), sui media hanno libertà di imbecillità e nessuno, all’istante, può fermarli.
    Purtroppo è un fenomeno irreversibile e di quella categoria fanno parte tante categorie, compresa quella dei nostri rappresentanti al Parlamento: si pensi, ad esempio, a un Razzi… che Dio ci scampi, e anche a qualcun altro che ha rivestito, fino a qualche anno addietro, ruoli importanti: “capisc’ a mme”. Ciao.

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    1. Mi fa piacere rilevare che concordi sul contenuto del mio intervento, soltanto che ho qualche dubbio che volesse soltanto provocare, non l'ho detto nell'articolo ma l'ho pensato, credo che sia stata un'affermazione tipica di una certa casta di intellettuali che non sopporta la puzza dei...normali che si permettono di aprire bocca. Sono cattivo? Ciao carissimo

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  4. Franco Corrado
    E' consolante sapere che viviamo in un mondo di imbecilli.......

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