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venerdì 22 febbraio 2013

L'ipocrisia su Mahony


Mancano pochi giorni per  la conclusione di un papato che sarà annoverato tra quelli storici per il suo particolare epilogo che ha umanizzato una figura centrale per la comunità cristiana, una figura nei secoli  troppe volte con una  valenza più temporale che religiosa, una figura alla quale sono stati attribuiti poteri che hanno fatto discutere correnti teologiche e di pensiero sui temi dell’infallibilità , della sua figura di vicario di Cristo o di successore di Pietro.

Per la sua successione affidata ai Cardinali partecipanti al prossimo Conclave, fa discutere in questi giorni la opportunità o meno della presenza di Roger Mahony ex Arcivescovo di Los Angeles, nei confronti del quale si sono mobilitate alcune comunità cattoliche americane contrarie alla sua partecipazione e ha indotto anche il settimanale Famiglia Cristiana a fare un sondaggio tra i suoi lettori.

Mahony, come noto, fu sollevato dai suoi incarichi per  aver coperto gli scandali relativi ai fatti di pedofilia e, quindi, a giusta ragione ci si chiede se sia opportuna la sua partecipazione ad un Conclave che dovrà eleggere il nuovo successore di Pietro.

A me appare come una grande ipocrisia ed ho il sospetto che lo stesso sondaggio del settimanale, che personalmente apprezzo per le sue coraggiose prese di posizione in questi anni con la direzione di Don Sciortino, contribuisca a nascondere un’amara verità, il riversare tutta l’attenzione su Mahony per  non porsi un interrogativo più importante sulla responsabilità di tanti altri prelati forse informati ,tra l’altro, anche dallo stesso Mahony , che hanno a loro volta ritenuto far silenzio su questo penoso grave aspetto che, bisogna riconoscere, Papa Ratzinger è stato costretto ad affrontare.

I Cardinali uomini come tanti e certamente non marziani parteciperanno a questa importante assise con le loro fragilità, con le loro colpe, con le virtù, con i  difetti, con le loro qualità, si coalizzeranno per far convergere il loro voto su di un Papa più curiale, più conservatore, più progressista, più o meno aperto ad un mondo profondamente cambiato.

Per i  nomi che circolano è un po’ come in  politica, dove si citano talvolta per bruciarli , per sostenere la gerarchia burocratica di apparato curiale tutta italiana della quale forse dovremmo chiederci o magari fare anche un sondaggio sulla opportunità di partecipazione al Conclave, per sostenere esponenti della Chiesa Africana o Brasiliana o Canadese.

Ritengo sensato quanto sostenuto da chi auspica una figura proveniente da una Chiesa lontana dagli apparati gerarchico-affaristici,  da una Chiesa come quella del continente Africano presente sui gravi problemi che affliggono il continente e che di recente ha fatto appello ad una maggiore democrazia per i loro territori auspicando “liberazione,riconciliazione e ricostruzione del tessuto sociale” sottolineando “l’importanza di ricercare meccanismi adeguati per la redistribuzione del benessere,la promozione sociale,la cooperazione allo sviluppo e la soluzione dei conflitti”, una Chiesa viva e dinamica che fa ben sperare per una rinnovata  evangelizzazione della Chiesa tutta.

Vedremo se la resa di Papa Ratzinger sarà servita anche per ispirare soluzioni diverse ,figure con qualità più operative che di gran cultura, di formazione più evangelica che curiale, per una Chiesa più inclusiva che esclusiva, per una rievangelizzazione ed una Chiesa più  autentica. 

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