Mancano pochi giorni per la
conclusione di un papato che sarà annoverato tra quelli storici per il suo
particolare epilogo che ha umanizzato una figura centrale per la comunità
cristiana, una figura nei secoli troppe
volte con una valenza più temporale che
religiosa, una figura alla quale sono stati attribuiti poteri che hanno fatto
discutere correnti teologiche e di pensiero sui temi dell’infallibilità , della
sua figura di vicario di Cristo o di successore di Pietro.
Per la sua successione affidata ai Cardinali partecipanti al prossimo
Conclave, fa discutere in questi giorni la opportunità o meno della presenza di
Roger Mahony ex Arcivescovo di Los Angeles, nei confronti del quale si sono
mobilitate alcune comunità cattoliche americane contrarie alla sua
partecipazione e ha indotto anche il settimanale Famiglia Cristiana a fare un
sondaggio tra i suoi lettori.
Mahony, come noto, fu sollevato dai suoi incarichi per aver coperto gli scandali relativi ai fatti di
pedofilia e, quindi, a giusta ragione ci si chiede se sia opportuna la sua partecipazione
ad un Conclave che dovrà eleggere il nuovo successore di Pietro.
A me appare come una grande ipocrisia ed ho il sospetto che lo stesso
sondaggio del settimanale, che personalmente apprezzo per le sue coraggiose
prese di posizione in questi anni con la direzione di Don Sciortino,
contribuisca a nascondere un’amara verità, il riversare tutta l’attenzione su
Mahony per non porsi un interrogativo
più importante sulla responsabilità di tanti altri prelati forse informati ,tra
l’altro, anche dallo stesso Mahony , che hanno a loro volta ritenuto far
silenzio su questo penoso grave aspetto che, bisogna riconoscere, Papa
Ratzinger è stato costretto ad affrontare.
I Cardinali uomini come tanti e certamente non marziani parteciperanno a
questa importante assise con le loro fragilità, con le loro colpe, con le virtù,
con i difetti, con le loro qualità, si
coalizzeranno per far convergere il loro voto su di un Papa più curiale, più
conservatore, più progressista, più o meno aperto ad un mondo profondamente cambiato.
Per i nomi che circolano è un po’
come in politica, dove si citano
talvolta per bruciarli , per sostenere la gerarchia burocratica di apparato
curiale tutta italiana della quale forse dovremmo chiederci o magari fare anche
un sondaggio sulla opportunità di partecipazione al Conclave, per sostenere
esponenti della Chiesa Africana o Brasiliana o Canadese.
Ritengo sensato quanto sostenuto da chi auspica una figura proveniente da
una Chiesa lontana dagli apparati gerarchico-affaristici, da una Chiesa come quella del continente
Africano presente sui gravi problemi che affliggono il continente e che di
recente ha fatto appello ad una maggiore democrazia per i loro territori
auspicando “liberazione,riconciliazione e ricostruzione del tessuto sociale”
sottolineando “l’importanza di ricercare meccanismi adeguati per la
redistribuzione del benessere,la promozione sociale,la cooperazione allo
sviluppo e la soluzione dei conflitti”, una Chiesa viva e dinamica che fa ben
sperare per una rinnovata evangelizzazione della Chiesa tutta.
Vedremo se la resa di Papa Ratzinger sarà servita anche per ispirare
soluzioni diverse ,figure con qualità più operative che di gran cultura, di
formazione più evangelica che curiale, per una Chiesa più inclusiva che
esclusiva, per una rievangelizzazione ed una Chiesa più autentica.

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