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martedì 6 settembre 2011

Crisi e stili di vita

Sono ormai alcuni anni che la crisi,quella vera, presenta sempre più il suo vero volto che certamente non fa presagire nulla di buono a breve termine.
Manovre e contromanovre cercano di far quadrare i conti tra proposte,rettifiche e qualche idea strampalata che sembra provenire più dai tavoli di un bar che da chi dovrebbe conoscere almeno i limiti di ciò che è possibile da ciò che non lo è.
Il clima che si respira in giro tra la gente normale, certamente non tra quelli che non sanno cosa sia neanche una denuncia dei redditi, è di grande preoccupazione non solo per il futuro di figli e nipoti ma del presente, delle grandi difficoltà di gestire il proprio bilancio familiare tra redditi fermi ad anni fa e prezzi dei beni di consumo e tariffe sempre più care.


Qualche mese fa, su questo Blog, l'amico Guido Improta riportava le conclusioni di un convegno sui nuovi stili di vita, argomento che non mi sembra abbia riscosso la dovuta attenzione ma che oggi, ritengo, sia tema quanto mai attuale ed urgente affrontare a tutti i livelli, in particolare tra le nuove generazioni, quelle che ancora oggi tirano avanti tra gli ultimi risparmi di famiglia e le pensioni di genitori e nonni.
Non sono favole, è la realtà che vivono le tante famiglie normali cui facevo riferimento prima, certamente lo saranno per quelle fortunate dove lavorano genitori e figli.
Occorre che quanti sono impegnati nella scuola, nell' università, nel sociale, ma soprattutto nelle famiglie, comincino a dare opportune indicazioni su modelli di vita che sappiano discernere l'essenziale, l'indispensabile, l'utile dal superfluo,dal voluttuario,dall'inutilità.
E' un cammino lungo e complicato dopo anni di consumismo esasperato e falsi miti dati come riferimenti certi, dopo l'avvenuta distruzione quasi totale di valori autentici quali la solidarietà, la tolleranza,la sobrietà, il diritto alla speranza.
Da subito è necessario assumere comportamenti coerenti con le risorse a disposizione senza farne drammi ma nella consapevolezza di recuperare valori concreti e non meramente teorici predicati dai soliti farisei della politica,da chi negli ultimi 15/20 anni ci ha fatto assistere,nostro malgrado, a squallidi fatti di cronaca,tra eserciti di donne a pagamento nei palazzi del potere tra feste e festini con personaggi di bassissimo livello e quanto di peggio la politica potesse esprimere.


Nuovi stili di vita, una visione della vita più autentica e sempre meno fondata sull'esteriorità per contrastare ed affrontare con maggiore consapevolezza una crisi che non può essere solo affrontata con una manovra al mese ma con provvedimenti coraggiosi ed anche  impopolari che la politica ha il dovere di assumere dopo aver dato chiari e concreti segnali  di tagli di costi ed eliminazione di  privilegi nel proprio ambito che potrebbero farle recuperare un minimo di fiducia e di credibilità.

6 commenti:

  1. Michele Morace
    ‎...Antonio, mi guardo intorno e vedo ancora...:migliaia di barche ormeggiate,un sempre maggior numero di auto di media-grossa cilindrata,Pub e ristornati pieni ed un progressivo aumento di macellerie e salumerie che "preparano" piatti cotti da cosumare a casa.Ho fatto notare a qualche "massaia" quanto incida sul prezzo una busta d'insalata o verdure già mondate e pronte all'uso ,mi son sentito rispondere che " però quanto tempo si risparmia..."!!! Tutto questo mi lascia scettico che questa Società sia pronta al recupero di un quotidiano più adatto alle nostre possibilità...Un caro saluto

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  2. Luca Sabatinelli
    Antonio, le tue parole mi trovano d'accordo. Osservo che spesso tra amici e conoscenti c'è un senso di vergogna a dover dire che non si può comprare una macchina di un certo tipo o che non si può fare una vacanza extra lusso. Sinceramente non capisco questa vergogna. Spesso crediamo di essere i soli a dover fare i conti a casa, quando il semplice confronto con amici veri e sinceri ci farebbe capire, invece, che apparteniamo (purtroppo) alla maggioranza delle persone o addiruttura scopriremo che ci sono tantissime persone che stanno peggio e non lo dicono. Approfondendo, poi, facile scoprire che chi crediamo più fortunato si sta indebitando per non fare brutte figure. Tutto questo non ha senso. E' arrivato il tempo di un confronto sincero, il potere fa spesso leva sulle difficoltà del singolo.

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  3. Antonio Salzano
    Carissimi Michi e Luca,i contenuti dei vostri commenti rispecchiano purtroppo la realtà.Questa non è solo una crisi economica fatta da numeri e non bisogna far finta che sia arrivata all'improvviso.Alla crisi di un sistema si aggiungono le inefficienze e l'approssimazione di chi dovrebbe badare anche a non aumentare il decadimento umano e culturale che è alla base della nostra crisi interna.Negli ultimi vent'anni abbiamo offerto alle nuove generazioni dei modelli squallidi e addirittura chi ha maggiori responsabilità del Paese ci ha detto che andava tutto bene e dovevamo spendere e le massaie italiane dovevano prendere ad esempio sua madre per fare la spesa.La nostra generazione non può e non deve guardare con pessimismo al futuro anche se l'uscita dal tunnel non si intravede,perché ai giovani va indicato un futuro che bisogna costruire recuperando anche pezzi importanti di storia che è stata letteralmente data ai porci.i

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  4. Costantino Longano
    Caro Antonio, condivido totalmente quanto esposto da Morace, oltre questo vedo una inarrestabile deriva culturale. Quà, nessuno insegna più niente, nessuno fà da guida, nessuno dà riferimenti. Politica, scuola e famiglia non insegnano più niente anzi si pongono come cattivo esempio; spese sconsiderate, nessun recupero di niente,niente spazio all'educazione ed al senso civico, chi non ha avuto genitori nati prima della guerra non ha avuto chi gli desse esempi di rispetto per le cose e per le persone, di umiltà (assolutamente scomparsa), il senso del valore dei soldi. Stato, scuola, famiglia e poi associazioni cattoliche parrocchiali, sedi dei partiti, associazioni dopolavoristiche ecc, tutti aiutavano a formare delle coscienze. A Napoli specialmente, facciamo i conti tutti i giorni con queste realtà, aggravate da tanta, troppa delinquenza, sopraffazione, arroganza, anarchia etc. Purtroppo, anche se togli Berlusconi ed i suoi festini tutto questo non si aggiusterà.Pessimismo? oggi,SI.
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    Costantino Longano
    SOLIDARIETA'. Comincia la stagione delle trasmissioni TV dove si fà il televoto su tutto. Milioni di italiani pronti a votare da telefono fisso, cellulari,SMS etc. , questi soldi buttati, indirizzateli verso la solidarietà e la ricerca.
    2 ore fa · Non mi piace più

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  5. Michele Morace
    ‎...che occorra smepre più impegnarsi in prima Persona è una SCELTA che fa parte del mio "essere" e,grazie a Dio,riscontro in tante altre Persone che ,come Te e l'Amico Longano,conrtinuano a far sperare in un FUTURO sociale più a dimensione umana .Alla mia "scetticità" contrappongo l'ottimismo proprio perchè ritengo che il nostro quotidiano sia popolato ancora,in maggioranza,da Individui sani e responsabli;l'unica "arma" è dimostraci COERENTI nell'agire e comportarci in sintonia con i nostri "pensieri-princìpi": ci sarà sempre qualche "orecchio" giovane più sensibile ad ascoltare ...Ad Maiora!!!

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  6. Menna Rosanna
    oggi il discorso della solodarietà non regge più dal momento in cui vediamo la solidarietà SOLO NELLA CASTA che si difende con le unghie e con i denti ,i diritti(truffaldini ed ingiusti) acquisiti.nel dopoguerra ,che ho vissuto in prima persona,tutti erano solidali,si soffriva,ci si divideva il pezzo di pane,ma c'era soprattutto la SPERANZA che,impegnandoci,avremmo superato la nottata.E questo ora non c'è:ci hanno spremuto e continuano a farlo sperando nell'ultima goccia di sangue,ma x se stessi sanno come fare x non soffrire alcuna mancanza!

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