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venerdì 29 luglio 2011

Appello bipartisan contro la crisi e il Tremontismo che ci affonda

di Antonio Menna

Ci siamo, quello che ho sostenuto nei precedenti interventi per spiegare che il Tremontismo è il fallimento di una sana politica economica,il rifiuto di rilanciare sviluppo e consumi,lavoro e solidarietà, con una macelleria sociale che toglie ai poveri e da ai ricchi,con tagli lineari è una bestialità che se non corretti,porteranno nel 2014 le derrate alimentari ad un più 80%.
Ma non basta, siamo sotto scacco della speculazione internazionale e gli interessi del debito pubblico aumentano esponenzialmente.
Ieri,finalmente, un appello bipartisan contro la crisi che insiste e galoppa, affinché il Governo cambi passo.
In modo inusuale tutte le forze produttive e del lavoro,le imprese,le banche,i sindacati,i lavoratori,i pensionati chiedono di manifestare la consapevolezza della gravità dell’attacco all’Italia.Chiedono credibilità finanziaria,chiedono una forte discontinuità che nel tenere sotto controllo i conti, rilancino da subito la crescita.
Ecco la voce del popolo,un popolo indignato con caste e cricche,avvelenato da inquisiti giornalieri,da contrapposizioni sterili, da fondamentalismi e ideologie superate.
Basta Tremonti,prenda atto del suo fallimento,torni a fare il commercialista ,Berlusconi si dimetta e non parli di missioni umanitarie ma di guerre assassine ,di tradimento della Costituzione e si dia slancio a :un fisco equo e solidale,colpendo rendite e patrimoni parassitari,il piano per il lavoro con un contratto unico,la perequazione delle pensioni,l’housing sociale,il quoziente familiare,il redditometro,la lotta senza quartiere a elusione ed evasione fiscale ,una sanità degna di un Paese civile,un aiuto ai disabili,la legge anticorruzione e contro l’omofobia,…proviamo a cambiare tutti, a rimboccarci  le maniche come cittadini e non sudditi,rilanciamo i consumi,magari elevando l’IVA sui generi di lusso (v.Suv),proviamoci prima che sia troppo tardi.
Peccato che la UIL abbia giudicato doroteo (?) il manifesto e la Chiesa tace ancora a fronte di tanta diffusa e crescente povertà materiale e spirituale.


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