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venerdì 17 dicembre 2010

Una generazione senza speranza

Caro Roberto. Le tue parole sono come sempre bellissime; ma questa volta, ahimè, sterili. Ho 26 anni, due lauree e tanta voglia di fare. Sono arrabbiata, stufa, sconfortata. Non ho più ragione di credere che con "le buone" si ottenga qualcosa, non a questi livelli. Un anno fa mi sarei indignata per Roma, oggi no, oggi sono felice. Perché è vero che la violenza è uno schifo, ma è l'ultima risorsa di chi è disperato. Uso questo termine non a caso: disperato è colui senza speranza. E io sono così. Io non ho futuro: ho 26 anni e non ne ho già più uno. Non potrò mai comprarmi una casa perché non farò mai un lavoro che mi permetta di accendere un mutuo, i miei genitori non possono aiutarmi economicamente e non so nemmeno se potrò mai comprarmi una macchina nuova. Se avrò dei figli non riuscirò a pagare le tasse per mandarli all'università, e quando sarò vecchia non avrò pensione. Non ho più niente da perdere e come me tantissimi, troppi altri.
          (lettera a Robero Saviano - Repubblica 17.12.2010)


Questa lettera inviata da una giovane laureata disoccupata allo scrittore Roberto Saviano esprime tutta l'amarezza di una generazione tradita ed ingannata.
La delusione di una generazione senza speranza non ascoltata che ritiene il ricorso alla violenza l'ultima spiaggia.


La brutale violenza di una delle giornate più tristi di questi ultimi anni, richiama al proprio dovere una classe politica troppo distante dai problemi dei cittadini  giunti ad un punto davvero drammatico che esige risposte chiare ed impegni precisi.


Esige anche una testimonianza oltre che di verità, di giustizia; non si può consentire ad un Renzo Bossi di percepire circa 13.000 euro al mese per essere stato eletto consigliere della regione Lombardia a 22 anni senza esperienza e con tre bocciature alla maturità oppure a suo fratello con la sola licenza media e senza alcuna conoscenza delle lingue straniere, di fare l'assistente di un parlamentare europeo della Lega a Bruxelles...e la lista potrebbe continuare sui privilegi, sulle assunzioni facili solo per alcuni mentre gli altri stanno a guardare


Sono messaggi che pur non giustificando assolutamente alcuna forma di violenza, montano la rabbia dei tanti che con laurea, titoli e quant'altro non trovano collocazione nel mercato del lavoro.


Occorre che la classe politica tutta dia un segnale di serietà e la smetta di litigare sulle formule gradite o non gradite al card.Bagnasco: bisogna uscire dai soliti tatticismi e formule che alla gente normale non interessano.


Questo Paese è stato capace in tempi bui di sconfiggere il terrorismo con una volontà comune contro l'idiozia di pochi; sarebbe davvero triste e preoccupante doverne riparlare. 

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