Confesso di aver fatto fatica a seguire il ragionamento dell'articolista de Il Fatto Quotidiano che è ritornato a scrivere sulla bella trasmissione di Alberto Angela di Sabato scorso su Le meraviglie di Napoli ,dopo la valanga di critiche, definite in modo sprezzate zuffe internettiane, allo scritto pubblicato il giorno successivo ed alle quali con piacere partecipo oggi anch'io.
L'articolista oggi ci da lezione spiegandoci la differenza tra la città oggetto, sulla quale Angela si sarebbe soffermato e la città soggetto che sempre Angela avrebbe omesso di raccontare nel suo servizio.
“....Da questo punto di vista, rispetto alle tante città che abbiamo frequentato, Napoli è quella in cui più che altrove ci capita di percepire una quasi inesplorabile complessità identitaria. Inesplorabile non perché le cose e le situazioni ci si nascondano, ma perché escono dal campo della nostra comune esperienza, dovendo noi in continuazione combattere con la tendenza a riportare tutto a una somma di banalità contemplative: la simpatia, il disordine, etc, etc… “
Non credo possa addebitare ai soliti napoletani la sua incapacità di comprendere l'identità di una città che proprio attraverso il patrimonio magistralmente mostrato da Ulisse ne fa comprendere la grande storia della città, del popolo, nel bene e nel male, l'essere stata grande capitale e centro della cultura del Mediterraneo e impegnata in questi anni in una modernizzazione nel pieno rispetto delle sue tradizioni e della sua storia.
Comprendo che parlare dei mali atavici avrebbe dato maggior soddisfazione all'articolista ed a parte dei lettori del suo giornale, capisco che parlare dei giovani che hanno recuperato il tunnel borbonico, la realizzazione della nuova metropolitana giudicata la più bella d'Europa, non interessi l'articolista quanto qualche sparatoria a Forcella o mostrare Scampia come un covo di delinquenti stuzzichi maggiormente la morbosità di quanti ormai continuano ad ingozzarsi delle solite pastoie date in abbondanza al popolo della televisione.
Partecipi l'estensore dell'articolo alle zuffe internettiane con un pizzico di umiltà, perché anche dai commenti e dalle critiche potrà comprendere che l'identità di un popolo, di una città oltre che dalla sua storia e dal suo patrimonio, la si percepisce anche da una comunità in cammino e in continua evoluzione, che ha voglia di partecipare al cambiamento che, nonostante le tante difficoltà, vuole caparbiamente riportare Napoli al centro del Mediterraneo , dell'Europa grazie proprio alla sua unica e imparagonabile peculiarità.
Anita Salzano
RispondiEliminaHai ragione Antonio: fa male leggere sempre solo tutto il male possibile... e se invece dessimo una spallata a certi giornalisti e cercassimo, da persone degne quali siamo, di fare il nostro meglio giorno per giorno e sempre di più
Il punto è proprio questo, cara Anita. Per carità la verità va gridata ai quattro venti ma quando in ogni cosa per forza si vogliono fare letture apparentemente sapienti e cervellotiche....mi girano le scatole. Un caro saluto.
EliminaAnita Salzano
EliminaFa parte della vita... non ci pensare!
Angela Talu
RispondiEliminaHai perfettamente ragione Antonio ,sembra che parlare in modo positivo di Napoli sia un delitto.
Ciao cara Angela, sarà la....vecchiaia che galoppa velocemente ma mi sono stufato dei saccenti e speculatori che pur di apparire un minuto sarebbero capaci di vendere madri e mogli....Un caro saluto
EliminaAdelaide Curatola
RispondiEliminaBell'articolo, bravo.
Grazie Adelaide
Elimina13.05.2015 - By Nino Maiorino - Antonio, ma com'è che da un po' di tempo "battiamo la fiacca"? Mi mancano le tue quotidiane provocazioni. Un caro saluto.
RispondiEliminaA parte gli impegni personali c'è un clima generale che altro che fiacca, ti fa caderele braccia! Un caro abbraccio
Elimina14.05.2015 - By Nino Maiorino - Non dobbiamo mollare, non dobbiamo arrenderci; capisco lo scoraggiamento ma persone come te, autentiche, libere, sempre disposte al confronto, non debbono mollare.
EliminaE’ difficile, lo so, ma non dobbiamo mollare.
Ieri sera ho visto il film “Ritorno a Marigold Hotel”, divertente, grande ritmo, ottimi attori quasi tutti anziani; in una scena mi ha colpito la frase “Ho grande ammirazione per chi pianta alberi anche se sa che non potrà mai sedere alla loro ombra.”
Antonio, costruiamo per il futuro, anche se, probabilmente, ne non vedremo mai i risultati.
Un abbraccio.
E chi si scoraggia, caro Nino. E' soltanto il clima generale ed una mediocrità crescente che ti fa venire il liquido alle ginocchia!
EliminaUn caro abbraccio anche a te!
Glauco Narciso
RispondiEliminaCome sempre, ottimo!
Ciao Glauco, grazie!
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