"Sentir parlare di migranti, quando io per primo vorrei migrare da questo insulso Paese che sembra aver perduto anche l'anima, non solo la morale" (Carlo Fedele)
E sì! Come dare torto al mio amico poeta Carlo Fedele (Se qualcuno cercasse di me... Il Quaderno Edizioni-Ottobre 2014) che ha scritto oggi queste due righe sacrosante ?
Non sarà certamente solo questo Paese ad aver smarrito la pietà, la comprensione, la solidarietà ma la melma fatta parola che circola in queste ore drammatiche per un altro pezzo di umanità sui fondali del Mediterraneo ormai saturi di vite spezzate, è la testimonianza di un dramma nel dramma, di un Paese che come dice Carlo ha perduto non solo il senso dell'etica ma anche l'anima.
Esultanza e gioia di feccia umana che si aggiunge ai commenti e proposte nella sola direzione della speculazione più becera e riluttante riveniente da qualche mediocre della politica in cerca di visibilità ma, peggio, supportato da una tifoseria di infimo livello.
Ma come è possibile al cospetto di corpi di donne,uomini e bambini ancora galleggianti speculare con affermazioni e proposte che invece adotterei senza esitazione per taluni personaggi e loro fans ?
E' divenuta una emergenza umanitaria per la latitanza della politica del nostro Paese e dell'Europa che ha voltato sempre la faccia dall'altra parte e che oggi difronte ad un fenomeno di portata biblica deve individuare soluzioni dignitose e immediate se non vuole che l'emergenza si trasformi in un dramma dal quale difficilmente riuscirà a salvarsi non solo l'Italia ma l'Europa intera.
C'è una emergenza ancor più grande indispensabile per affrontare quella umanitaria, una emergenza di umanizzazione per sconfiggere quella che Papa Francesco definì a Lampedusa: La globalizzazione dell'indifferenza.
"Abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna. La globalizzazione dell'indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere....La cultura del benessere rende insensibili alle grida degli altri, fa vivere in bolle di sapone..... Una situazione che porta all'indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell'indifferenza e all'anestesia del cuore."
( Papa Francesco )
Carlo Fedele
RispondiEliminaGrazie Antonio di questa dolorosa condivisione. Inutile aggiungere che sono assolutamente allineato al contenuto del tuo post. Un abbraccio
Olga Fedele
RispondiEliminasciacalli !
27.04.2015 – By Nino Maiorino – Antonio, volutamente in ritardo rispondo al tuo messaggio in merito all’ennesima strage di migranti. E’ l’ultima che soffriamo (almeno noi che abbiamo ancora un tantino di umana sensibilità) purtroppo non illudiamoci che sia l’ultima: c’è chi prevede che la invasione da parte di chi vuole fuggire alla miseria, alla fame, alle guerre, al terrorismo dei paesi africani durerà almeno fino al 2050, e c’è chi calcola che, da quando è iniziata, questa emergenza ha fatto almeno 25/30 mila vittime.
RispondiEliminaGrandi numeri, grande sofferenza per tutti noi e grande disinteresse dell’Europa e del mondo intero.
Io non direi che l’Italia non ha fatto o non fa niente, direi piuttosto he fa quello che può, e quando lo fa, sia pure con i limiti che abbiamo, magari lo fa male, ma qualche risultato l’ottiene, anche se limitatamente alla umanità che noi italiani riusciamo a mettere in campo, universalmente riconosciutaci.
Certamente i nostri “politici” non brillano né in lungimiranza, né, taluni, in umanità: ma si sa, la politica di taluni personaggi è tutta orientata a parlare alla “pancia” degli italiani (non abbiamo spazio, non abbiamo risorse, ci tolgono il lavoro, prosciugano le nostre giù esigue disponibilità, ci vogliono le ruspe, magari ne morissero 750 al giorno, ecc.) e, purtroppo fa breccia anche perché la “sana politica”, quella che i problemi dovrebbe risolverli, spesso non sa cosa fare, quali pesci pigliare.
Bene fa Papa Francesco a predicare e pregare per la solidarietà e invitare a non essere indifferenti, ma con le prediche e le preghiera si ricava ben poco, almeno nel breve periodo.
Cosa fare allora?
Io non lo so, nessuno forse lo sa, potrebbe saperlo l’Europa con l’aiuto dell’Onu, ma, a parte dichiarazioni di principio, nessuno si muove e tutti se ne lavano le mani.
L’Europa dovrebbe intendersi con l’ONU e andare a colpire il fenomeno nei paesi del Nord-Africa, prima di tutti la Libia, governi stabili o meno: bloccare le partenze all’origine è per me l’unica cosa da fare, anche con operazioni di polizia internazionale (mai di guerra).
In Italia, premesso che più di tanto non possiamo fare, renderei efficiente e tracciabile l’accoglienza, sarebbe già un primo passo avanti per “capire” il problema, visto che, a mio avviso, non l’abbiamo ancora nemmeno capito, se è vero, com’è vero, che in tanti casi, ci troviamo a dover riaccogliere migranti già più volte “respinti”.
E interverrei anche sui centri di accoglienza, che sono divenuti ghetti a cielo aperto, ricettacoli di criminalità, sporcizia, e veicoli per ingrassare i “soliti ignoti” che lucrano sulla pelle degli immigrati che oramai frutta più del commercio della droga.
Caro Nino,
Eliminaconcordo con quanto sostieni ma in parte dissento su ciò che l?Italia fa ed avrebbe dovuto fare.
Darei innanzitutto il Nobel per la pace all'isola di Lampedusa per l'accoglienza che ormai dura da anni ma il punto centrale che forse non sono riuscito ad esprimere nel mio articolo è che la mancanza assoluta di prestigio e credibilità in Europa che non ci autorizza ad alzare la voce e pretendere un impegno serio e costante e non ridurlo ad una manciata di milioni di euro per lavarsi la coscienza.
Poi ciò che mi fa più pena è l'atteggiamento di questo popolo che continua a battersi l petto e spergiurare di non essere razzista pur essendo non solo razzista ma egoista e strafottente dei bisogni altrui.