"...:Così, in assenza della scelta popolare adottata in tutti i Paesi civili del mondo, l’individuazione del Presidente che governerà l’Italia nel prossimo quinquennio è degradata a gioco salottiero nei talk show televisivi, che hanno cercato di tamponare il loro declino nutrendosi di questa kermesse posta alla pari dei quiz che accompagnano il festival di San Remo e il campionato di calcio. La parte più opaca del giornalismo e della cultura si è prestata a questo gioco al ribasso innescato dai soliti dieci anchormen che guidano le danze sgangherate dell’informazione in Italia...." (Domenico De Masi)
Ieri sera nello scorrere la rassegna stampa ho appreso dello scontro tra il conduttore Giletti e Mario Capanna nella trasmissione domenicale L'Arena, terminato con il lancio a terra del libro dell'ex parlamentare da parte del clone di Bruno Vespa.
Già altre volte ho avuto occasione di affermare che non seguo questo genere di trasmissioni dei vari Vespa,Santoro, Formigli,Floris,etc. con i soliti ospiti e i sermoni introduttivi che nelle migliori delle intenzioni vorrebbero equipararsi agli articoli di fondo della carta stampata.
Nel leggere dell'accaduto nel salotto pomeridiano domenicale, mi sono ricordato di una breve ma profonda ed arguta riflessione del Sociologo Prof. De Masi letta all'indomani dell'elezione del nuovo Capo dello Stato.
I soliti dieci anchormen che guidano le danze sgangherate dell'infomazione in Italia, e sì, proprio così, i soliti tuttologi che passano con grande disinvoltura dalle tematiche economiche agli efferati delitti di donne e bambini, tutto quanto riesce a carpire la morbosità degli italiani proprio per cercare di arrestare il declino di questo modo di fare informazione, di questa pessima informazione spettacolo.
E così si escogitano tutti i possibili sistemi per accattivarsi il consenso del pubblico contento di vedere il gesto sprezzante nei confronti di un ex parlamentare che non ha via di scampo nei confronti degli spettatori già per il fatto di essere stato comunque un componente dell'odiato parlamento e poi il vitalizio...
Non discuto in questa sede l'allegra gestione dei benefit dei Parlamentari ma la strategia mascalzonesca di un conduttore dal quale, tra l'altro, avremmo anche il diritto di conoscere come contribuenti, il lauto compenso che percepisce e quello dei suoi superpagati colleghi, in particolare quelli della televisione pubblica, strategia che non può consentire atteggiamenti arroganti e sprezzanti verso chiunque.
Non è possibile che l'informazione sia ridotta ad un teatrino della peggiore specie, trattando qualsiasi argomento con conduttori pseudo giornalisti e con tipologie di ospiti con l'unica finalità di creare un mix di scontro per lo scontro, senza un minimo di capacità di affrontare ed approfondire delicate tematiche trattate al pari da una discussione da sala biliardo.
Occorre, purtroppo, ammettere che queste trasmissioni riflettono il degrado culturale che ha visto il suo livello massimo in questi ultimi vent'anni dove anche l'informazione ha partecipato al grande banchetto della volgarità, della superficialità e del pressapochismo.
Non è possibile che l'informazione sia ridotta ad un teatrino della peggiore specie, trattando qualsiasi argomento con conduttori pseudo giornalisti e con tipologie di ospiti con l'unica finalità di creare un mix di scontro per lo scontro, senza un minimo di capacità di affrontare ed approfondire delicate tematiche trattate al pari da una discussione da sala biliardo.
Occorre, purtroppo, ammettere che queste trasmissioni riflettono il degrado culturale che ha visto il suo livello massimo in questi ultimi vent'anni dove anche l'informazione ha partecipato al grande banchetto della volgarità, della superficialità e del pressapochismo.
Pietro Mosetti
RispondiEliminaConfermo Antonio che ormai il degrado culturale ha annientato la Società Italiana con questa tipologia di media; per non parlare della volgarità gratuita di certe trasmissioni. Concordo in tutto con Te. Saluti
10.02.2015 –By Nino Maiorino
RispondiEliminaCaro Antonio, ho seguito, domenica scorsa, la trasmissione di Massimo Giletti e, particolarmente interessato, l’incontro/scontro tra Giletti e Mario Capanna, il quale già la domenica precedente si era scontrato con il conduttore sullo stesso argomento, intervistato in teleconferenza, non essendo presente in trasmissione.
Sono con te nella critica a quella melassa insignificante di molti talk-show, ma non farei di tutt’erba un fascio; ve n’è qualcuno che esprime, magari populisticamente, la rabbia e l’indignazione del popolo italiano, e uno di questo è appunto l’ Arena di Giletti, che sto seguendo da parecchio tempo e, con interesse e a volte con stupore, percepisco che Giletti molte volte, e direi giustamente, si indigna contro lo strapotere, le ruberie, gli ostruzionismi che vari personaggi mettono in campo per difendere i propri privilegi, i propri “diritti acquisiti” non si sa bene perché e da parte di chi: nella maggior parte dei casi per leggi che “lorsignori” hanno votato a “lor favore”.
La materia del contendere era il preannunciato taglio del 10% (si badi bene, solo il 10%) che la Regione Lombardia, a sostegno di una politica di austerità (sic!), vorrebbe operare sui vitalizi, che vede, tra i beneficiari, Mario Capanna, il quale, con motivazioni magari anche ineccepibili dal punto di vista legale e giuridico, con tracotanza sosteneva che quei vitalizi sono diritti acquisiti e intangibili: e quando Giletti gli ha chiesto, ripetutamente, se non avesse ritenuto di contribuire con il suo misero 10% a favore delle fasce più deboli della popolazione (da quel che si è capito, la Regione Lombardia intenderebbe destinare quel 10% al sostegno alle fasce deboli), con tracotanza e molta saccenza il Capanna, ex extraparlamentare, ora sistemato in Regione con lauta pensione vitalizia maturata non si sa bene con quanti (pochi) anni di contribuzione, ha detto di no.
Credimi, la mia rabbia è stata bene espressa da Giletti il quale, alla fine del round, veramente ha scagliato a terra il libro che Capanna ha scritto, in fretta e furia, per difendere il suo “diritto”; e credimi, quel gesto di stizza io l’ho molto gradito, apprezzato e condiviso, è stato per me liberatorio.
Non è la prima volta che Giletti v a fuori dai gangheri a seguito di analoghi atteggiamenti di altri beneficiati della politica, qualche volte l’ho visto sentirsi male.
Se avrai l’occasione di vedere sul web il filmato potrai ben renderti conto di quanto il Capanna sia stato provocatorio, e spesso ha impedito all’interlocutore di “interloquire”.
Peraltro Giletti, subito dopo, ha pubblicamente chiesto scusa a Capanna.
Questo è tutto: penso che al suo posto anche il biblico Giobbe avrebbe perso la pazienza e Giletti, che non è Giobbe, l’ha persa, e per me ha fatto bene.
Caro Gaetano,
Eliminaho premesso nel mio articolo che non intendevo entrare nel merito delle tematiche dei privilegi della casta politica, il mio intento è stato soltanto quello di denunciare i teatrini di certe trasmissioni che presuntuosamente vengono definite di approfondimento.
Gettare in terra il libro di un ospite, di un ex parlamentare, sia di destra,sinistra,centro è un gesto teatrale non casuale è premeditato.
La crisi di ascolti di questi soliti conduttori, con i soliti ospiti, possibilmente "gridanti" richiede strategie ad effetto e l'apparire come angeli tra diavoli.
Il sig. Giletti non può comportarsi come un becero pennivendolo, è pagato per moderare e rispettare gli ospiti avendo equilibrio e ricordandosi che alle tre del pomeriggio volente o nolente ci sono intere famiglie se non all'ascolto ma con il televisore acceso e poi in una televisione pubblica.
Certo è accattivante comportarsi in quella maniera con un ex parlamentare che per di più prende un vitalizio....fa molto ascolto.
Il Giletti non mi risulta abbia mai fatto un gesto del genere verso Berlusconi o Renzi, così come il suo maestro Vespa che con alcuni ospito alza la voce e sentenzia ma mai con Berlusconi, anzi si mette a tappetino come il peggiore dei ruffiani.
No, proprio non mi piace, questo informazione nuoce fortemente alla salute degli italiani, già "educati" per vent'anni al berlusconismo ed ora da questi signori. No, almeno a me , non bastano le scuse, troppo semplice.