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sabato 4 gennaio 2014

Passeggiata per Napoli e una mostra impossibile


Ancora non smaltito del tutto il peso della cena di fine anno con gli amici fatta rigorosamente in casa con il contributo di tutti, decidiamo io e il mio amico Claudio di regalarci un bagno di sapore tutto napoletano immergendoci in quella che è la città più discussa, bistrattata, amata, odiata ma che a me e al mio amico napoletano, cittadino australiano che lavora in India, piace più d'ogni altra cosa al mondo.
Un passaggio in auto da Pozzuoli ai Colli Aminei e subito in metropolitana, quella che è stata a giusta ragione definità la più bella d'Europa per raggiungere piazza Vanvitelli al Vomero e infilarci subito nella Funicolare di Chiaia, realizzata nel 1889 e di recente ammodernata negli impianti e nelle strutture, per raggiungere piazza Amedeo per un caffè con Michele concordato tra una telefonata e l'altra.
Venti minuti e poi  a passo svelto per via dei Mille, via Chiaia, piazza del Plebiscito,via Toledo,piazza del Gesù, via San Sebastiano fino al complesso Monumentale di San Domenico Maggiore per la Mostra Impossibile (aperta fino al 21 Aprile c.a.).
Attraversare queste strade addobbate con gusto per il Natale, senza incontrare personaggi, artisti di strada, folla di turisti è quasi impossibile.
Claudio di tanto in tanto mi invitava a soffermarmi, a guardare, a fissare particolari che per chi vive in città non costituisce più motivo di tanto interesse, di richiamo ; guardare da via Toledo i vicoli dei Quartieri Spagnoli protesi verso San Martino e da ciascuno di essi scorgerne particolari diversi è davvero uno spettacolo unico.
Percorrere la via Toledo e ascoltare  le voci provenienti dai vicoli che sembrano ricordarti che il cuore della città è lassù e non solo lungo la strada da sempre del passeggio, dei negozi da un'emozione per chi da anni vive lontano o, come me, rientrato da qualche anno.
Arrivati davanti a quei due splendori dell'arte che sono la Chiesa del Gesù e Santa Chiara scappiamo letteralmente nella via della musica, la via San Sebastiano, la via degli strumenti musicali,  per non essere sommersi dall'onda lunga dei turisti provenienti da san Biagio dei Librai, da San Gregorio Armeno con in mano pizze fritte, panzarotti e babà e ogni altro ben di Dio.
Solo l'uomo di colore vestito da babbo Natale che canta canzoni napoletane accompagnandosi con uno strumento a percussione sembra non accorgersi della moltitudine di gente che di tanto in tanto getta qualche centesimo nella piccola scodella di plastica; lui imperterrito mischia versi di Guaglione a quelli de 'O sarracino in una miscellanea abominevole ma in perfetto dialetto...integrazione per necessità.
Dopo tanta confusione il silenzio del gran cortile del complesso monumentale di San Domenico Maggiore di recente restaurato, la lunga scala che porta alla Mostra Impossibile: "Proprio qui, nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore, sono tangibili i segni della universalità di Napoli: dall'aula dove insegnò san Tommaso - il Padre della Chiesa che con la ripresa di Aristotele portò a un punto altissimo il rapporto tra teologia e filosofia - alla biblioteca dove studiò Tommaso Campanella e dove albergò a lungo Giordano Bruno, il pensatore che con i suoi "infiniti mondi" aprì gli spazi al moderno.
La "mostra impossibile" di Leonardo, Raffaello e Caravaggio con il suo immenso e fascinoso effetto di suggestione e di potenza pedagogica è un esempio virtuoso di quanto l'arte e, in generale, la cultura umanistica, possano trarre vantaggio dalle nuove tecnologie digitali, soprattutto in termini di divulgazione. Nessuna mostra di opere originali potrebbe, infatti, realisticamente, rappresentare in forma così organica e compiuta l'intera opera di un grande artista del passato
...."
Così introduce la presentazione della Mostra  il bravo Assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele, l'evento che da la possibilità di ammirare e contemplare tante opere dei tre illustri Maestri tutti assieme attraverso una tecnica che ha dello straordinario.
Ma l'impatto finale che io e il mio amico Claudio abbiamo avuto nell'uscire dalla sala


del refettorio dove sono immerse le più grandi opere del Caravaggio restiamo incantati dall'immenso affresco raffigurante l'ultima cena che non ci viene proposto con la tecnica digitale ma siamo di fronte all'originale che stravolge del tutto il nostro pensiero e la nostra ammirazione per qualcosa di unico che potrebbe rivoluzionare l'intero sistema museale.
La bellezza del complesso di San Domenico Maggiore è talmente imponente che pare voler pretendere gli originali di quelle straordinarie opere che solo la magia creata dalla tecnica digitale consente di vedere riunite tutte in un'unica volta.
Scendiamo la lunga scala in silenzio senza commentare ma affascinati da quella immmersione in un arte unica ed irripetibile,  diretti in quella magnifica grande realtà di vicoli e vicoletti che costituiscono i Quartieri Spagnoli che meritano maggiore attenzione e rispetto, la loro anima, con tanta storia da poter raccontare non solo ai turisti ma anche ai tanti napoletani che ne ignorano la grandezza.
Raggiungiamo l' Hosteria Napoletana Pasta Express , come andare a casa per mangiare qualcosa, e ne usciamo  soddisfatti e arricchiti da tanta umanità e saggezza.
 



Il ritorno in una citta’ storica come Napoli e’ stato come vedere una citta’ nuova. La passeggiata a Via dei Mille, Via Chiaia, Piazza del Plebiscito, Via Toledo, Piazza Del Gesu’, Spaccanapoli, Vicolo San Domenico e’ stata come un viaggio nel passato personale e storico. Una citta’ forse troppo dimenticata dai piu’ e ricordata solo quando conviene. Se si vuole attraversare un pezzo di storia in poche ore allora bisognerebbe visitare il centro storico ed antico di Napoli. Lo spazio ed il tempo, come l’inverno, qua non esistono. Si capisce dopo aver visto la mostra impossibile nel complesso di San Domenico Maggiore, dove erano esposte le opere piu’ famose di Leonardo, Michelangelo, Caravaggio, in un certo senso virtuali. Non si puo’ fare a meno di notare gli ambienti interni con le pareti nude e bianche che inaspettatamente si riempiono di affreschi che riportano alla realta’ ed al presente, trasformando le opere del Rinascimento in sfondo, confondendo il virtuale con il reale e ricordandoci che non c’e’ nulla che possa sostituire le esperienze reali con quelle virtuali.
Si esce da questo giro con una visione diversa del mondo, e soprattutto di Napoli. L’esperienza si e’ poi conclusa in una tipica trattoria di vera cucina napoletana, dove le idee di persone vere e genuine e soprattutto di buon senso diventano lezioni e racconti di vita da prendere come esempio.....

Claudio Trupiano

4 commenti:

  1. Francesco Viviani
    vista anch'io: è una vera meraviglia!

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  2. Giulio Carrano
    vero Antonio, sono cose che ad un turista a volte passano inosservate ma non per un napoletano

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  3. Sergio Sigilli
    Grazie Antonio, bella, condivido. Buona domenica.

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  4. Bella passeggiata e bella testimonianza... speriamo sia di buon auspicio per una piu' completa valorizzazione della nostra citta'...
    Claudio

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