Da questa Domenica e per le altre del mese di Aprile, ho invitato l'amico Poeta Carlo Fedele a farci dono di alcune delle sue belle poesie, alcune delle quali in lingua napoletana, sono state musicate e magistralmente interpretate dal Maestro Gianni Lamagna.
Lo ringrazio e mi auguro siano gradite ai miei amici e contatti che seguono questo Blog.
Colgo l'occasione per augurare a tutti una serena Pasqua e un invito a rivolgere un pensiero, un gesto d'amore ai meno fortunati.
POESIA
E'...
Scrive
Montale: “Per mio conto non saprei definire quest’araba fenice,
questo mostro, quest’oggetto determinatissimo, concreto, eppure
impalpabile perché fatto di parole, questa strana convivenza della
musica e della metafisica, del ragionamento e dello sragionamento,
del sogno e della veglia”.
Eppure,
io credo che il Maestro, forse provocatoriamente dubbioso, abbia
espresso esattamente il concetto di poesia: sentimenti e idee, la
poesia ha una sua logica anche quando ne sembra priva.
La
poesia non è una sconosciuta, è a due passi da noi e ci può
balzare addosso in ogni momento…
La
poesia è l’arte che libera il nostro io e che riesce a catturarlo
in poche parole, il diletto degli animi più deboli, il rifugio delle
menti più folli.
UOMINI
CHE SCRIVONO STRANO
Lasciateli
perdere i poeti,
malarazza...
Incazzati
o perennemente innamorati,
mai
soddisfatti.
Poeti
perditempo della notte
e
acchiappanuvole del giorno.
Pazzi,
ubriachi, ipocondriaci,
accademici
corruttori del pensiero,
narcisisti
del sapere superiore.
Lasciateli
perdere i poeti,
risparmierete
un gin.
Sempre
in affanno, indaffarati,
il
mondo sulle loro spalle...
Regalano
fiumi di parole
quando
già una parola è di troppo.
Scrivono
al cesso
o
durante un amplesso,
animali
da scrivania.
Sono
morbosi,
raggi
ics nelle pupille,
altoparlanti
nelle orecchie.
Scrutano,
indagano, carpiscono,
si
impossessano anche dei gesti.
I
poeti sono circondati da mille donne
e
da mille solitudini,
non
hanno vie di mezzo.
Ci
sono i poeti maledetti
e
i poeti del potere.
E
i poeti maledetti dal potere.
Rimano
così e vanno avanti,
bevono,
fumano,
scrivono
e fottono,
per
poi lamentarsi
ma
in bella scrittura...
Lasciateli
perdere i poeti...
Malarazza.
Portatori
malati del ricordo,
contagiosi
e contagiati.
Nessuno
si senta immune dai poeti,
nemmeno
io, pur vaccinato.
DEL
DANNATO SCRIVERE
Fortunati
i poeti
che
sanno rimare ogni banalità
e
poi punto e a capo.
Maledetti
i poeti che turbano
l'animo
delle fanciulle
nell'ora
delle stelle.
Scaltri
i poeti
che
vivono solo dei propri versi
producendo
parole.
Bugiardi
i poeti
paladini
di ogni virtù
come
preti sull'altare.
I
poeti supponenti
mai
visti nei locali spogli
delle
periferie.
Che
pena i poeti
che
scrivono solo
in
loro compagnia.
Poveri
i poeti
semplici
scrivani
della
penombra,
al
lume della propria solitudine.
HO
CAPITO DA GRANDE
E
quel duro pane del capire,
tra
gli oleandri fioriti
che
sono d’altro tempo
e
di un altro luogo,
ritornerà
amore,
amato
e mai dimenticato.
Il
biglietto di ritorno sarà usato
per
l'ultimo viaggio,
sul
treno che senza parole
rasenta
il torrente
che
sfocia nel niente.
In
questa notte fatta di stelle
dove
i cuori non hanno tempo...
Aspetto
il vento
battere
solo nei miei occhi spenti.
Guardo
nel mare e mi specchio,
mi
sento vecchio...
Ma
i poeti, gli eterni poeti,
muoion
fanciulli...
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