Non
dobbiamo promettere ciò che non dovremmo, per non essere chiamati a
svolgere ciò che non possiamo.
Così
Abramo
Lincoln ai politici del suo tempo e così avrebbe ripetuto anche
oggi, dopo poco più di centocinquanta anni, non solo a quelli del
suo Paese ma al mondo intero e
forse avrebbe aggiunto anche un vecchio proverbio popolare :
ogni
promessa è debito.
A
questo punto meglio mettere da parte il sedicesimo Presidente degli
Stati Uniti d'America e sperare che il suo attuale successore di
tanto in tanto, prima di pronunciar parola, si vada a rileggere,
o
meglio,
a leggere il pensiero e l'azione del suo predecessore mentre la
nostra mente come d'incanto appena lette le parole del
Presidente Lincoln
e sentito profferir parola debito,
si
catapulta a casa nostra.
E'
di questi giorni la gara serrata che si è aperta tra le forze
politiche in vista della prossima competizione elettorale su chi la
dice più grossa – e non si tratta dell'altra gara in corso tra chi
ha il pulsante più grosso per attivare una guerra nucleare – su
chi fa la promessa che interessa quanto più elettori possibili.
Ma
chi se ne frega dei programmi elettorali, delle politiche del lavoro
a favore dei giovani , dei disoccupati, dei piccoli e medi
imprenditori, queste sono cose che dicono tutti e passano inosservate
, perché nessuno ci crede, bisogna andare sul concreto, sull'immediato.
Fare
promesse trova sempre i farlocchi disposti a crederci e per giunta
anche quelle provenienti da chi già le ha fatte addirittura nel 2001
senza alcun risultato e oggi ne fa anche di nuove : pensioni minime a un milione di euro, agli anziani cure odontoiatriche, cinema, viaggi, tutto gratis, via la tassa di possesso dalla prima auto, abolizione dell'Irap ma l'elenco ritengo sarà aggiornato nelle prossime settimane.
Ancora
più eclatante chi promette di abolire il canone TV dopo averlo
imposto in bolletta della energia elettrica, forse per una finalità
molto più nobile, distruggere la televisione pubblica per completare
l'opera prevista dal patto del Nazareno?
Ma
no, solo malignità.
Quella
più comica, se la cosa non fosse tragicamente vera, che chi ha
votato la legge Fornero ha assicurato l'alleato di coalizione che concorda nel richiederne l'abolizione.
Sarebbe
ingeneroso sparare soltanto sulla Croce Rossa.
Anche chi non più di qualche settimana fa ha presentato la sua forza politica e dopo aver criticato chi raccontava favole ne ha fatta, pardon letto, anche lui una, via le tasse universitarie.
E
il giovane candidato alla presidenza del consiglio ?
Sì,
anche lui ha detto la sua - in verità un vecchio cavallo di
battaglia del Movimento – il reddito di cittadinanza.
Offenderei
l'intelligenza di chi legge se ponessi la domanda più che ovvia :
con quali soldi?
Sarà banale ma è d'obbligo.
Il
giovane candidato ha detto che occorrono circa diciassette miliardi
di euro ma non ci ha ancora detto da dove li prenderà, anzi sì, qualcosa l'ha detta nel corso di un discorso improvvisato nel suo girare il Paese, ha confessato che prima di entrare in Parlamento era anche lui convinto che non vi fossero risorse disponibili per attuare piani di sviluppo o altro ma poi facendone parte ha scoperto che i soldi ci sono.
Bene,
stiamo tranquilli, i soldi ci sono e lo sappiamo anche noi poveri
mortali e sappiamo anche dove si trovano e da quali tasche sono
reperibili e questo vale non solo per le promesse di Di Maio, ma
anche di Grasso, Salvini, Meloni, Berlusconi, Renzi
e i prossimi che verranno
Napoleone
Bonaparte saggiamente sosteneva che
a
coloro che promettono
Bisogna
riportarli alla realtà dei fatti: la concretezza li uccide.
Io voterei chi come programma elettorale promette: "lacrime e sangue", molto piu' realistico! Cristina
RispondiEliminaIo voterei chi come programma elettorale promette: "lacrime e sangue", molto piu' realistico! Cristina
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