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Se capisce che ‘a capa è pè l’ommo
cumme fosse ‘a cabina ‘e cumanno.
E se trovano chille c’ ‘o sanno
ca dipende ‘a llà ddinto ‘o campà.
Ce sta chillo c’ ‘a capa ‘e lignammo,
a tre asse, vacante, scullata…
chella sciacqua e chell’ata quadrata
ca cumanna e se fà rispettà.
E chi ‘a tene pè fà mal’azione,
chi pè scrivere musiche vecchie…
chi sultanto pè spartere ‘e recchie…
Che fortuna si chisto foss’i!
Eduardo De Filippo
Non
è che questa settimana sia passata inosservata da parte dei soliti
stupidi a tutti i livelli e di quanti pur di apparire non hanno
neanche il tempo di riflettere e pensare solo per un attimo: che
sto facendo? Di chi stiamo parlando? Cosa è questo male terribile
che non perdona e che vede famiglie distrutte a vita lasciate quasi
sempre sole con i loro problemi?
Avrei
voluto vedere ciascuno di questi burattini che divertiti accettano
una secchiata di acqua gelata su quella testa vuota, ( bella la
locuzione nella lingua napoletana : “'A capa te serve sulo pe'
spàrtere 'e recchie! /Considerazione sulla stupidità) solo una
volta, anche per una sola ora, accanto ai malati di SLA che lo
scorso anno e quello in corso sono stati costretti a trascorrere
anche qualche notte sotto Montecitorio per far valere i loro
sacrosanti diritti, per conservare uno straccio di norma che li
tuteli dopo un ventennio di mortificazioni e di tagli tremontiani a
quelle categorie che bisognerebbe tutelare più di qualsiasi altra.
Ma
che importa ? I malati di SLA, i portatori di handicap, gli immigrati
che nei viaggi della disperazione hanno ieri lasciato per ora altri
cadaveri nel grande cimitero che è diventato il Mediterraneo.
Cosa
volete che importi a quanti impegnati ad esserci, a farsi notare, a
sfruttare l'ennesima opportunità per un pizzico di notorietà,
importante apparire nei TG, sui giornali, in rete, ovunque si
esaltino queste minchiate, importante esserci anche alla prossima
occasione, magari per i bambini down o forse meglio per la sclerosi
multipla la cui conoscenza a qualcuno interesserà soltanto se
capiterà in casa propria.
Auguro
a tutti una buona Domenica e vi lascio all'approfondimento della
poesia di Eduardo.
Bravo!!
RispondiEliminaRaffaella Palumbo
Vincenzo Villarosa
RispondiEliminaBen detto!... Il 'fine' sarebbe aiutare i malati di SLA, il 'mezzo' sarebbe la trovata scenica della secchiata d'acqua... Ma per molti, troppi 'esibizionisti' in cerca di continua visibilità massmediatica, è probabile che sia il contrario...
Invece di sprecare acqua forse tiepida (il dubbio è lecito) qualcuno avrebbe potuto assumere provvedimenti, dando un senso alle proprie azioni.
RispondiEliminaFrancesco Capriglione
RispondiEliminaTi ringrazio innanzi tutto per gli auguri e te ne faccio altrettanti per questo tuo impegno sociale che apprezzo e condivido pienamente. Buona vita anche a te!
Michele Morace
RispondiElimina...sono " capaci " solo di demagogiche rappresentazioni......!!!
Come sempre Antonio Salzano coglie le realtà che contano e ce le racconta in modo lucido ed originale. Ci fossero più giornalisti così!
RispondiEliminaEmilia Rosati
Grazie Emilia del tuo apprezzamento che quando proviene da persone come te mi inorgoglisce non poco. Un caro saluto
EliminaEmilia Rosati
EliminaStima ampiamente ricambiata!
Irma Mucci
RispondiEliminatu si che hai capito quello che avevo capito io, grande eduardo e grandeate antonio salzano
Tina Saturno
RispondiEliminaGiusto detto .