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mercoledì 13 febbraio 2013

Il muro che scricchiola



 “…Il terzo muro non è ancora crollato ma sta scricchiolando. E’ quello dell’ideologia della Chiesa Cattolica Romana o Vaticana,che condiziona moltissimi credenti.

Il crollo avverrà quando la chiesa Cattolica rifletterà su se stessa e sul sacerdozio, sulla Sacra Scrittura,sul significato del papato.
Questi elementi sono destinati a trasformarsi sotto i colpi del sacerdozio universale.

Solo allora la Chiesa Cattolica si convertirà e sarà definita non più Chiesa Cattolica Romana ma Chiesa Evangelica Cattolica.

Tutto ciò non avverrà tramite i credenti, i concili, i preti, i vescovi ed i papi, ma sarà fatto unicamente da Colui che sta già operando con lo Spirito di Gesù che è presente in tutti i cristiani, i quali aspettano e pregano “Vieni Signore Gesù”.

Egli e colui che urtò nella pietra di inciampo di cui Dio dice nella Bibbia: “Ecco, io pongo sul monte Sion una pietra d’inciampo, un sasso che fa cadere. Ma chi crede in lui non sarà deluso”.(Franco Alfarano Libero…nella Verità ed.Il mio libro.it)

            
Il muro che scricchiola , ho preso a prestito il titolo di uno dei capitoli del bel libro di Franco Alfarano, Libero…nella Verità che a mio avviso meglio d’ogni altro interpreta questo momento storico che la Chiesa attraversa e che le dimissioni di Papa Benedetto XVI hanno ulteriormente caratterizzato come fondamentale momento di passaggio per l’auspicata conversione.

Le interpretazioni di questo gesto eclatante sono molteplici ed anche  delle più fantasiose ad opera dei soliti esperti in dietrologia.

Ma la riflessione che ritengo riguardi in particolare chi si ritiene membro di una comunità di credenti debba essere essenzialmente fatta con una chiave di lettura obiettiva, realistica e soprattutto in una visione che vada aldilà delle spiegazioni esclusivamente  terrene.

La realtà è da decenni sotto gli occhi di tutti e il Concilio Ecumenico Vaticano II segnò un passaggio fondamentale in una prospettiva di cambiamento troppe volte ostacolato, combattuto ed avversato creando amarezze, allontanamenti, provvedimenti che nulla avevano ed hanno a che fare con una Chiesa puramente Evangelica.

Tutto quanto venuto alla luce in tema di pedofilia, di scandali della Banca Vaticana, le organizzazioni integraliste inserite nei sistemi di potere politico e finanziario che nulla hanno a che fare con la missione della Chiesa ma fortemente presenti, volute ed ascoltate, certamente non hanno  sorpreso ma purtroppo confermato quanto da anni vanno dicendo e denunziando organizzazioni certamente non massoniche e di potere ma di impegno reale nella comunità, preti impegnati fortemente anche nel sociale che hanno nella strada e nei quartieri a rischio il loro cristianesimo vissuto, preti impegnati nei paesi dell’America latina, in Africa, in Asia a contatto quotidiano con i drammi umani dalla mancanza di cibo alla mancanza di libertà.

Papa Ratzinger, che molti di noi alla sua elezione videro come ulteriore ostacolo per un processo di rinnovamento seppur lentamente in cammino, ha compiuto, però, un gesto quasi in antitesi con la sua nota figura di personaggio conservatore lasciando il soglio papale che andrebbe interpretata in una visione di assoluto rispetto della  libertà che è alla base del Cristianesimo e in una visione molto più contenuta del ruolo e della figura del Pontefice.

Si è arreso alle sofferenze non solo fisiche ma essenzialmente a quelle più pesanti degli intrighi di palazzo, del potere fin troppo evidente della curia romana, una sofferenza cui non ha retto e che il suo predecessore caricò interamente sulle sue spalle mostrandola e, volutamente, comunicandola al mondo intero ma in entrambi i casi degni di assoluto rispetto.

Dare una chiave di lettura semplicistica di quanto accaduto e discutere di scoop veri o fasulli, di carte, maggiordomi ed altro, è utile soltanto ad aumentare le vendite di libri o accrescere l’audience di qualche trasmissione televisiva ma che allontanano i veri temi che sono alla base di taluni eventi che, come opportunamente Franco Alfarano scrive  “Ecco, io pongo sul monte Sion una pietra d’inciampo, un sasso che fa cadere. Ma chi crede in lui non sarà deluso”.
    

6 commenti:

  1. Michele Morace
    ...nei Vangeli si racconta che Cristo andò fine in fondo...!!! Ed io continuo a seguire quella INDICAZIONE nel mio limitato quotidiano...
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    1. se hai la possibilità di comprare questo libro su "www.ilmiolibro.it", credo che condivideresti quasi tutto, è rivoluzionario.

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  2. Nei Vangeli, è vero, si legge che Gesù portò fino alla fine la missione che il Padre gli aveva affidata. Come Uomo (non come Dio Figlio), dopo la Passione, Flagellazione e Incoronazione di spine, percorse il Calvario con la Croce sulle spalle finché ne ebbe la forza (dopo la portò Cireneo,), fu crocifisso e morì sulla Croce con un solo attimo di debolezza umana: "Padre, anche tu mi hai abbandonato!".
    Sempre nei Vangeli si legge che Gesù disse a Simone: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa." Infatti, Pietro fu il primo Papa.
    Il Papa, dunque, è "Vicario di Cristo sulla terra" e, al tempo stesso, "successore di Pietro" (cose molto diverse).
    La sua missione è "reggere il timone della barca di Pietro", cioè la Chiesa, non morire sulla Croce per espiare le colpe di tutta l'umanità.
    La frase del Card. Giwish (l'ho scritto all'inglese perché non ricordo la grafia polacca) è molto bella, ma non è una condanna della decisione di S.S. Benedetto XVI, pur suonando come una splendida celebrazione di S.S. Giovanni Paolo II. Papa Benedetto non è sceso dalla Croce, ma ha compiuto un atto umile ed eroico insieme, riconoscendo la sua attuale inadeguatezza fisica e spirituale a reggere il timone della barca in gran tempesta.
    Giorgina Busca Gernetti

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    1. Trovo molto pertinente la distinzione tra "Vicario di Cristo" e "Successore" che in un certo senso si coniuga con il principio fondamentale di libertà che fa grande il Cristianesimo. Il Papa sucessore di San Pietro, uomo con tutte le sue fragilità, si arrende al peso enorme della sofferenza umana non solo fisica, come dico nel mio articolo,ma soprattutto per il peso del sistema burocratico-gerarchico e di quanto venuto fuori dagli scandali dalla pedofilia alle gestione delle finanze che ha ,in particolare negli ultimi anni, tracciato un solco tra il popolo di Dio e la Chiesa gerarchizzata.La mia riflessione, aldilà delle chiacchiere da bar che molti organi di informazione prediligono, ha inteso mettere in evidenza quanto sia necessario un cammino che riporti la Chiesa-comunità del popolo di Dio a riscoprire la propria identità e, non ultimo, quanto detto dalle scrittore Alfarano che cito, "le pietre di inciampo" di cui parlano le Scritture.

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  3. Ho condiviso in pieno il tuo scritto "Il muro che scricchiola". Per questo ho risposto all'altro commentatore con la distinzione che tu hai citato, perché in questi giorni si dicono grandi sciocchezze sull'evento e ci si ostina a fare paragoni che non farebbero certo piacere al Papa Giovanni Paolo II. Ciascuno porta la sua croce come crede e con le forze che ha.
    Quella del Papa Benedetto XVI è stata una prova di grande umiltà, di profondo Amore per la Chiesa, intesa come gregge dei Cristiani, e di coraggio, oltre che di realismo: sapeva bene a quali critiche e a quanti sospetti di viltà sarebbe andato incontro. Ma lo ha fatto per il bene della Chiesa.

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    1. Concordo con te sulle grandi sciocchezze che in questi giorni circolano specialmente in rete dove gli specialisti del sensazionalismo danno il meglio di sè.
      Credo che le valutazioni di carattere religioso che ho cercato di far prevalere su quelle di pura "natura umana", sono quelle che dovrebbero interessare i credenti e a quanti hanno a cuore l'identità autentica di un Cristianesimo che si scrolli degli apparati che nella storia hanno soffocato la sua vera natura. Il fatto che "il muro scricchioli" non va letto, a mio avviso, negativamente ed assicuro anche da parte dell'autore del libro uomo di grande Fede autentica, grande conoscitore della storia della Chiesa ed anche come fine intellettuale.

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