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lunedì 6 febbraio 2012

Memoria corta e futuro di una città

E’ storia recente ma il male endemico della memoria corta degli italiani, di tutto quanto accaduto vent’anni fa  con l’operazione definita “ mani pulite”, della sfilata dei Forlani, Bossi, Pomicino,del Craxi inondato di monetine all’uscita dell’Hotel  Raphael ,  dinnanzi al Di Pietro  che teneva incollati gli italiani davanti alla  televisione quanti erano gli indiscussi detentori di uno strapotere che ha contribuito a creare lo stato in cui oggi versa il Paese, non può essere facilmente archiviato.
Ma il male che ha sempre afflitto gran parte del  popolo italiano ovviamente è lo stesso sofferto da quanti napoletani  ignorano o fanno finta di dimenticare la loro storia, la storia della propria terra troppo spesso violentata dai predatori di turno, che non occorre ricercarli soltanto nella sua storia più antica ma facilmente individuabili anche in quella più recente, anche in quanti con la loro incapacità e indifferenza hanno contribuito a distruggere il presente ed il futuro di una città culla della grande cultura del Mediterraneo.
La scarsità di memoria, in alcuni soggetti purtroppo anche di quella parte che dovrebbe esprimere quella più qualificata, più sensibile ai temi connessi al rilancio della città, alla qualità della sua vita, al benessere comune, al recupero della  sua immagine sul piano internazionale , continua a fare danni per posizioni  troppe volte intransigenti e fortemente conservatrici  tendenti a bloccare un processo di innovazione e di cambiamento reale e non soltanto teorico consacrato in documenti  di provenienza dubbia di associazioni o movimenti  forse in letargo nella storia recente di questa città.
Ritengo sia sfuggito a parte delle comunità di intellettuali di Napoli cosa sia accaduto non più di sette,otto mesi fa con l’elezione a Sindaco di Napoli di Luigi De Magistris che, piaccia o non piaccia, sia simpatico o meno, abbia commesso errori o meno, sia stato imprudente o meno in alcune sue dichiarazioni, si sia fatto trascinare o meno dalla sua voglia di strafare,  rappresenta l’elemento di novità , il fenomeno non solo napoletano, del nuovo che  ha spazzato via la vecchia partitocrazia, la partitocrazia degli apparati, di quella parte che ancora ieri nelle dichiarazioni di qualche esponente del PD continua a fare danni e a condannare lo stesso PD al suicidio volontario.
La guerra dei professionisti del no sempre e comunque, di quanti si sentono esclusi dai soliti giochi di spartizione cui erano da decenni abituati, contro la Coppa America, contro il Forum delle Culture con le motivazioni più becere e banali :” no alla politica dei grandi eventi” “, i lavori per la Coppa America porteranno disagi ai cittadini”…(forse di quanti abitano a Chiaia e Posillipo) ,facendo finta di ignorare  i risvolti positivi riportando Napoli al centro del mondo e ridandole il ruolo che merita.
Che siano stati compiuti errori di valutazione dettati dai tempi troppo stretti, da nomine dubbie ma comunque di personaggi fuori dagli apparati, certamente si ma la determinazione del Primo cittadino è elemento rassicurante per il futuro della città che non credo possa essere scalfito da vari squallidi tentativi di attacchi sul piano personale dei soliti  professionisti del no comunque.
Trascurabili, secondo quest’ultimi,quanto è stato fatto fin’ora :  l’avvio di un piano organico per la risoluzione radicale del problema  rifiuti, la realizzazione di una maxi zona pedonale nel cuore della città antica , i tagli ai dirigenti esterni, alla riduzione degli stipendi degli assessori, alla trasformazione della Società della distribuzione idrica, la riqualificazione della storica Galleria Principe di Napoli, la riqualificazione del Centro Polifunzionale di Piscinola con teatri, biblioteca,auditorium,attrezzature sportive,piscina,sala conferenze,  all’introduzione in Consiglio Comunale di un cittadino extracomunitario regolarmente eletto ,rappresentante della comunità degli immigrati, l’apertura di una nuova palestra a Scampia, la Card della salute per prestazioni infermieristiche assistenziali a prezzi  contenuti.
Tante,tantissime le cose da fare come porre ordine ed avviare le politiche a favore del mondo delle diverse abilità, un tema troppo importante che non può più attendere specialmente dopo  le assurde e penalizzanti politiche nazionali.
Non è possibile  in sette,otto mesi rivoluzionare tutto quanto è stato ignorato i decenni di malapolitica, di superficialità e di malafede con la complicità del silenzio dei tanti che oggi fortunatamente  hanno ritrovato la voce - e questo va letto come un segnale positivo - purché indirizzata alla collaborazione  per la costruzione ed il progresso del bene comune.
Chi vorrà proseguire nel gioco della caccia all’errore,  lo faccia pure, tenendo presente che potrà esercitare il suo diritto a fine mandato richiamando in servizio gli aterfici del disastro,  ma Napoli  come altre realtà locali importanti del Paese sono un campo di prova per un discorso più ampio che sono certo coinvolgerà il Paese nei prossimi mesi  che potrebbe cambiare gli attuali assetti della politica  e Luigi De Magistris questo , ritengo, lo abbia capito prima di altri che oggi cominciano a guardare con interesse a questo laboratorio.      

3 commenti:

  1. Massimo Giarraffa
    ieri e' stato violentemente attaccato ed offeso su democrazia partecipata, nn capisco come si possa ancora integrare persone simili, una follia fascista che chiede anche la sua morte..e nessuno di quella pagina fa nulla. Ancora c'e' da fare e sono convinto che Lui sia forse il momento di rottura col passato

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  2. Marta Arancione
    Non è possibile in sette,otto mesi rivoluzionare tutto quanto è stato ignorato i decenni di malapolitica, di superficialità e di malafede con la complicità del silenzio dei tanti che oggi fortunatamente hanno ritrovato la voce - e questo va letto come un segnale positivo - purché indirizzata alla collaborazione per la costruzione ed il progresso del bene comune.
    Bravo .....A.Salzano

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  3. Giacomo Miloro
    dopo quest'ultima questione dei rimborsi elettorali, per cambiare questi partiti, l'unica soluzione è quella proposta da LdM: fare una lista civica nazionale per le prossime elezioni politiche

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