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sabato 12 novembre 2011

Un rogo mai spento

Alcuni giorni fa, Antonio Menna è intervenuto su questo Blog con l'articolo Notizia che non fa notizia, sul cittadino che si è dato fuoco a Roma tra l'indifferenza della gente e del potere politico.
Il Prof.Franco Alfarano, psicologo e fine intellettuale, ex parroco della Chiesa di  San Carlo alle Mortelle in Napoli, mi ha inviato la riflessione che propongo con piacere all'attenzione dei lettori.

Il gravissimo episodio verificatosi nei giorni scorsi a Roma dovrebbe servirci per riflettere ed operare. Cose del genere si verificano quasi ogni giorno, anche se in modo diverso, sia in Italia che nel mondo, soprattutto da quando questa grave crisi economica e sociale sconvolge l’uomo e l’intera umanità che soffre.
Il gravissimo gesto che ha compiuto quel cittadino romano è sintomatico e significativo.
E’ avvenuto a Roma, centro del potere politico e centro del potere religioso; un potere politico corrotto e depravato, che fa sorridere il mondo intero ed un potere religioso come multinazionale del sacro, che crea falsi idoli in una continua alienazione dell’uomo dalla libertà e della Verità, dimenticando Colui che ci ha insegnato che è venuto ed è presente nella storia dell’umanità e di ogni singolo uomo, tanto bisognoso ed emarginato.
L’episodio gravissimo di quel cittadino che si è acceso il proprio rogo in mezzo al potere politico e religioso di Roma ricorda il rogo che fu acceso nel 1600 in piazza Campo dei Fiori per bruciare vivo Giordano Bruno, filosofo e credente, libero pensatore.
È un rogo che non sarà mai spento.. finché tra l’umanità non ci sarà giustizia, amore e fraternità.
Di chi è la colpa? Cosa fare?
La colpa è nostra. Quest’uomo si è bruciato perché non ha trovato lavoro.
E’ necessario non tacere, ma dialogare, parlare, gridare e reagire con fermezza, ribadendo che il lavoro non è solo un valore teorico, ma è assolutamente necessario per poter vivere ed operare. Non dimentichiamo che la nostra Costituzione ha ben definito che l’Italia è una democrazia fondata sul lavoro. I politici, quindi, devono innanzitutto operare per tutti i cittadini, uomini e donne, che non trovano lavoro. Se ciò non viene fatto, sta a noi alzare la voce per ricordare i nostri diritti, e tirare via questi incapaci dalle loro poltrone.
In quanto cittadini responsabili forse facciamo già qualcosa, ma se fossimo anche veramente credenti, potremmo fare qualcosa di più. Il vero credente sa bene che ha ricevuto un dono straordinario dal Signore, un dono gratuito, che si chiama Fede. L’uomo deve ricordare che con la Fede può innalzarsi e riconoscersi Figlio di Dio, un Dio d’Amore, ma che finché vive su questa terra, luogo di sofferenza, ingiustizia e miseria, deve tornare “giù” e mettersi volontariamente a servizio del prossimo. È questa fede limpida e zampillante che ci fa capire perché “il Signore ha tanto amato il mondo da mandare sulla Terra il Figlio Suo”, e perché ogni vero credente è cristiano.
L’uomo che si è bruciato a Roma non è altro che un nostro fratello che nel dolore, nella sofferenza e nella disperazione è arrivato fino agli estremi limiti della sua esistenza, fino alla morte, ed è crollato. Egli non è da considerare come un fallito, ma come un nostro fratello, un vero testimone di una crudele realtà, che purtroppo si ripete ogni giorno. E’ cioè un Martire del mondo di oggi. E’ forse la testimonianza di tanti nostri martiri, eretici o streghe, un tempo fatti bruciare nei roghi dagli allora imperatori, re, sovrani, papi e che oggi si chiamano “uomini che contano”.
Ma è con questa testimonianza di tanti credenti che operano “in spirito e in verità”, che sta certamente nascendo una nuova civiltà, un nuovo mondo.
                                                                                                      Franco Alfarano


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