Come per incanto, nel mentre uscivano le prime indiscrezioni sui provvedimenti che saranno oggetto del Consiglio dei Ministri di Lunedi prossimo, è stata resa nota la decisione di riformare il sistema previdenziale dei componenti di Senato e Camera dei deputati.
Dopo l’abolizione dei vitalizi decisa solo pochi giorni fa che dovrebbe interessare gli eletti dalla prossima legislatura, dal gennaio del prossimo anno ci sarà il passaggio al sistema contributivo e la pensione potrà essere riscossa al compimento del 60° anno di età, per coloro che avranno fatto più di una legislatura, mentre ne occorreranno 65 per un solo mandato.
Per il pregresso neanche a parlarne.
Questi gli annunci , ma comunque bisognerà vedere come arriverà il provvedimento alla fine.
Non è dato sapere tutte le voci delle retribuzioni che saranno oggetto del provvedimento, i benefit, i portaborse e privilegi vari.
Non basta, troppo poco e troppo vago.
E le retribuzioni da equiparare alla media di quelle degli altri Paesi europei? E il numero dei parlamentari da diminuire? E i tagli ai costi della politica in generale ? E l’abolizione delle Provincie?
Comprendo che l’effetto notizia da dare contemporaneamente a quelle che interessano direttamente i cittadini normali dovrebbe avere comunque la sua valenza ma non ne sono convinto.
I sacrifici che ci attendono non potranno essere sopportati sempre dai soliti noti, non è possibile ancora una volta far finta che la casta e le fasce più agiate siano anch’esse coinvolte in questo ulteriore sforzo cui siamo chiamati tutti.
Il veto del deputato Berlusconi sulla patrimoniale è inaccettabile nonostante i suoi sforzi di voler dimostrare che gli immobili subirebbero un calo notevole del loro valore. Ma quali immobili, di quali immobili parla? I propri e quelli degli altri detentori di grossi patrimoni.
La più grande maggioranza parlamentare della storia repubblicana che appoggia questo Governo condizionerà qualsiasi iniziativa che tocchi interessi e privilegi delle caste che contano, alla faccia di quanti saranno chiamati ancora una volta a stringere sempre più la cinghia.

Massimo Giarraffa
RispondiEliminae' scandaloso che i vitalizi antecedenti al provvedimento siano stati confermati perche' dicono giuridicamente non e' possibile quando si e' acquisiti un diritto. facessero un referendum deve decidere il popolo
Ancora più grave sarebbe il consentire le dimissioni da parlamentare e senatore prima dell'entrata in vigore della norma, in modo da non rientrare nel provvedimento.Se ci saranno le dimissioni, i nomi ed i cognomi dovranno essere sempre ricordati agli italiani di scarsa memoria
RispondiEliminaStefania Petrilli
RispondiEliminaurca...
Massimo Giarraffa
RispondiEliminala politica incide sul debito pubblico eccome superiamo i 200 mld annui poi quale governo ci puo' tirare fuori dalla melma se l'ossatura dell'industria, il terziario aziende medio-piccole delocalizzano in svizzera per le migliori politiche sul mondo lavoro/impresa Le grandi imprese vanno all'est dopo decenni di cassa integrale ma scherziamo???
Massimo Giarraffa
RispondiEliminabell'articolo