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martedì 22 novembre 2011

Dopo la quiete un'altra tempesta?

Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passegger che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand'è, com'or, la vita? (G.Leopardi)
 Sono trascorsi appena dieci giorni dalla fine del gran carnevale, per dirla alla Vendola, e pochi giorni dalla costituzione del nuovo Governo tecnico e sembra calato almeno per ora un gran silenzio.
Di punto in bianco sembra che qualcuno abbia spento la radio del gran rumore, della gara a chi la diceva più grossa, a chi rumoreggiava di più, a chi lasciava la sua impronta alla telecamera di turno per mostrare ora il dito medio verso l'alto, ora la barzelletta, la parolaccia, la bestemmia, la battuta da bar dello sport.
La vita continua nell'attesa generale, nelle incertezze del presente e del domani; la vita continua e le notizie sulle ruberie e sul malaffare non hanno sosta, il sistema di mazzette continua nella più assoluta normalità coinvolgendo aziende di Stato, manager e politici corrotti in un sistema sempre uguale fatto di accuse e smentite per poi passare nel gran dimenticatoio.
I silenzi che seguono il gran vociare in genere preludono sempre ad una fase successiva più agguerrita e spregiudicata della precedente dove gli sconfitti devono dimostrare la loro esistenza in vita e la giustezza delle loro iniziative nonostante abbiano portato alla rovina ed al fallimento.
La fine di un sistema non si esaurisce con la sola uscita di scena del suo fondatore, della sua massima espressione quando torna comodo ad ampi settori della società che agiscono ed interpretano il vivere sociale come un affare privato, come una questione di famiglia, ignorando regole, disprezzando Istituzioni nel nome di una libertà fatta per pochi intimi.
Le critiche che possono essere sollevate agli esponenti del nuovo Governo possono essere delle più svariate anche per qualche presenza ingombrante non proprio opportuna oppure per supposte appartenenze a questa o quella cupola, ma che sia in atto un minimo di recupero del senso dello Stato, della credibilità sia nazionale che internazionale, è cosa palese e non mi sembra neanche cosa da poco ed il fatto che non siano stati eletti dal popolo questa è osservazione del tutto ipocrita : ma chi ha voluto gli uomini eletti che siedono in Parlamento, chi li ha scelti? Avvocati, professionisti, ballerine e veline ma chi cavolo li ha indicati? Il popolo sovrano? E le appartenenze alle cupole con tanto di numero di iscrizione di alcuni degli uscenti erano forse ininfluenti?
Ci vuole una gran bella faccia tosta quando talune critiche provengono da chi dovrebbe avere la dignità di tacere ed evitare pagliacciate alla Scilipoti di presentarsi in Parlamento con il lutto al braccio per denunciare la fine della democrazia. 
Il clown Scilipoti sappia che il lutto della democrazia dura da quasi un ventennio e come altri ventenni sarà dura  tornare alla normalità, ad un clima degno di un Paese veramente civile e democratico.
Auguriamoci che questa triste stagione abbia termine al più presto e che si ristabiliscano le regole più elementari del vivere civile, del rispetto delle Istituzioni e dei cittadini, che la classe politica recuperi la fiducia ormai compromessa dagli atteggiamenti di arroganza e di strafottenza sui propri privilegi che in tempi duri come quelli che viviamo suonano come scandalo agli occhi dei tanti che non sanno come diavolo arrivare non a fine mese ma come sopravvivere per tutto il mese.

2 commenti:

  1. Umberto Zamparelli
    Sperando che non sia quiete ... ma operosità silenziosa (... che preluda al ... bello stabile!)

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  2. L'UE ha detto che l'Italia può farcela, ma continuerà a vigilare e....comandare
    TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO, al servizio di >Germania e Francia, che prima della sciagurata moneta unica, dovevano fare una politica comune europea in tutti i campi Adesso la gerontocrazia accademica può solo reperire soldi a tutto spiano e....la crescita? Antonio Menna Roma

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