Gino Strada, Uomo equilibrato che alle chiacchiere ha sempre preferito l'azione, mettendoci la faccia, le mani e il cuore.
Da Uomo di pace fa appello alla comunità internazionale.
Grazie grande Uomo per tutto quello che fai
"A 8 giorni dall'inizio dell'operazione "Confine protettivo", sono 194 i morti, più di mille e quattrocento i feriti. I bombardamenti non hanno risparmiato le scuole, gli orfanotrofi, le moschee e nemmeno gli ospedali che sono diventati un obiettivo degli attacchi.
Oltre 20 mila persone hanno lasciato le loro case in fuga dalla minaccia di un massacro che conoscono bene.
La guerra è iniziata 66 anni fa, e ancora continua: la violenza genera altra violenza, una nuova guerra evidentemente non è la soluzione al conflitto israelo-palestinese.
Lo vediamo tutti i giorni nei nostri ospedali, da vent'anni: la guerra non è mai la soluzione.
A Gaza, come a Kabul, come a Bangui, come a Baghdad, la guerra è sempre e solo sopraffazione di altri esseri umani.
A entrambe le parti chiediamo il cessate il fuoco immediato per la salvezza delle popolazioni civili e alla comunità internazionale di lavorare a un processo di pace che garantisca il rispetto dei diritti umani per israeliani e palestinesi.
Possiamo ancora decidere di rinunciare alla guerra: solo il rispetto e la pratica dei diritti possono fermare la deriva di violenza che stiamo vivendo."
Gino Strada
15.07.14 - Sono d'accordo, ma che sia pace per tutti, per entrambe le parti.
RispondiEliminaRabbrividisco quando sento che Israele ha tutte le colpe, che gli israeliani sono gli invasori, gli oppressori, gli spietati assassini di inerme popolazioni e che i palestinesi sono le eterne vittime.
La considerazione che le reazioni israeliane facciano molte vittime è legata solo al fatto che, mentre le difese israeliane sono altamente tecnologiche ed efficienti, quelle palestinesi sono quasi inesistenti.
Sono contrariato che nessuno dica che quasi sempre sono i palestinesi a iniziare, che essi sono i primi a lanciare razzi contro Israele la quale, solo per la sua grande capacità difensiva, li intercetta e li neutralizzati e perciò fanno poche vittime.
Da quanto mi è dato di ricordare non sembra che, in questo stato di continua belligeranza, Israele abbia fatto mai il primo passo.
Nessuno parla mai dei razzi palestinesi, quasi che fossero noccioline che Israele deve subire, magari non abbatterli per bilanciare le vittime.
Nessuno parla della strategia “stragista” dei palestinesi i quali, piazzando le loro batterie di razzi nei fabbricati e nei centri abitati, sono responsabili (o, quanto meno, corresponsabili) dei loro morti: ma questo ad essi fa comodo.
Questo razzismo di fondo che intende etichettare gli israeliani come spietati aggressori e assassini mi sconvolge; i pochi morti israeliani sembrano per Israele una colpa.
Ricordo quanto disse Golda Meir: “noi perdoniamo i palestinesi per la morte dei nostri figli, ma non possiamo mai perdonarli per la morte dei loro figli”.
Frase che ancora oggi fa riflettere perché, dopo tanti anni, nulla è cambiato: l’antisemitismo non è ancora morto, quello di Hitler e delle SS vive ancora oggi in tutti “noi”.
N.M.
Per carità, antisemitismo è parola grossa,però non si può certo mettere in discussione il rapporto di forze sproporzionato ma il discorso è tropo lungo e colpire civili o al massimo avvertirli con dei manifestini che tra qualche ora distruggeranno le loro case con i bombardamenti......e poi.... Ma l'appello di Strada è correttissimo
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