Non ho apprezzato la battuta volutamente provocatoria di Umberto Eco, sugli imbecilli di internet anche condividendone in parte la sostanza,(il professore sa bene dei danni irreparabili di tanti suoi colleghi intellettuali e pseudo tali fatti dentro e fuori delle aule, sui giornali, libri, televisioni,etc).
Sono costretto per onestà intellettuale a dargli ragione quando vedo aumentare in questi ultimi tempi in rete, interventi di infimo livello pervasi di un razzismo e di un cinismo alla ennesima potenza da parte di poveracci travestiti da intellettuali per l'occasione.
Fossi al posto loro mi guarderei allo specchio ogni mattina che sorge il sole, farei pazzie per conoscere un minimo di storia, approfondirei i testi sulla morale, quella laica e per quanti si trafiggono il petto , cercando di non saltare mai una messa domenicale o quanti, clero compreso, collezionano più pellegrinaggi che opere di misericordia, sono costantemente pronti ad inveire contro queste tragedie umane quando il problema più è vicino casa ma versano lacrime di coccodrillo quando appaiono sullo schermo....a casa loro.
Vergogna infinita per i farisei e vergogna per la chiusura delle frontiere da parte di alcuni paesi come la Francia fregandosene di accordi sottoscritti e cacciandoli come bestie a suon di manganelli.
Gridare alla vergogna non basta più in tempi dove la vergogna ormai è solo un termine vuoto senza significato, se non si auspica per questi esseri sorte peggiore di quella che interessa migliaia di disperati in fuga da paesi in guerra.
Dovere dei Governi è affrontare queste tragedie umanitarie con decisione, regole che valgano per tutti e rispetto degli accordi internazionali.
Dovere di una comunità che si rispetti è di non seguire il primo imbecille pronto a speculare per beceri fini politici, di non dichiarare da una parte il proprio anti-razzismo e comportarsi dall'altra in maniera esattamente contraria, perché anche attraverso un post, un "mi piace" o altri segni del linguaggio di internet, si mostra tuttoil proprio egoismo e in tantissimi casi degli emeriti imbecilli, degli autentici cinici dalle sembianze umane o, peggio, ci si rivela per quello che in realtà si è per davvero.
Restiamo umani, come diceva Vittorio Arrigoni che della vita e dell'umanità ne aveva un concetto più alto e nobile fino a donare la propria esistenza per il bene dei più sfortunati.
Restiamo umani ...e se proprio non ci si riesce non usate le armi della parola.
20.06.2015
RispondiEliminaCaro Antonio, rispondo con ritardo al tuo commento sulla “lectio magistralis” tenuta da Umberto Eco l’ 11 giugno scorso all’Università di Torino, durante la qualeha attaccato i social media.
"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione degli imbecilli" ha detto Umberto Eco alla platea.
Per poi continuare: "La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità", e, alla fine, invita i giornali "a filtrare con équipe di specialisti le informazioni di internet perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno. I giornali dovrebbero dedicare almeno due pagine all'analisi critica dei siti, così come i professori dovrebbero insegnare ai ragazzi a utilizzare i siti per fare i temi. Saper copiare è una virtù ma bisogna paragonare le informazioni per capire se sono attendibili o meno".
Ma come non dar ragione a Umberto Eco, visto quello che circola in rete, la scarsa attendibilità di tanti siti e la quasi totale impunità a protezione, appunto, degli imbecilli.
A parte, poi, la inutilità di tanti Social i quali, purtroppo, imperversano: basta collegarsi a Facebook e scorrere qualche pagina per capirlo.
Ben vengano, quindi, i lucidi commenti di personalità della cultura come Umberto Eco; ma chi le ascolta?
Ma c’è anche da dire che, se in rete vi sono cumuli di imbecillità, non sono da meno i canali televisivi, nazionali e locali, sui quali imperversano personaggi che alimentano razzismo e xenofobia e certamente fanno più danno dei Social, in quanto il Social presuppone un PC, un collegamento a Internet e qualche competenza per navigare, mentre la TV entra in casa, viene seguita da milioni di persone molti dei quali accettano quello che vedono e sentono come se fossero le tavole della legge; a mio avviso questi programmi sono molto più pericolosi e diseducativi dei Social, ma chi lo evidenzia, chi lo denunzia?
E poi ci lamentiamo del successo elettorale di Lega e 5 Stelle !