Una
moda che negli ultimi anni sta facendo centinaia di morti soprattutto
tra i più giovani
è il selfie estremo, una foto a se stesso dalla sommità di un
grattacielo, di un pizzo di montagna, una foto alla propria
condizione di pericolo da mostrare agli altri in caso di
sopravvivenza e
ai posteri come ricordo del proprio livello di demenza.
Una
bravata tutta
italiana
? No, non
solo italiana,
semplicemente una foto alla propria stupidità, alla propria
condizione di inferiorità
mentale tipica testimonianza di una società del degrado culturale
che nel nostro Paese ha preso avvio in
particolare
dai primi anni del berlusconismo che
ha indicato un preciso modello di vita, sostenuto anche dai mass
media,
dove sul piano formale venivano riaffermati taluni valori
tradizionali pur parzialmente condivisibili ma che nella sostanza e
nella rappresentazione sia politica che sociale a
testimoniarli erano
anche
personaggi
pubblici con responsabilità istituzionali dove
quei valori a livello personale non ce n'era non
solo alcuna alcuna
traccia ma
nella totalità dei casi il contrario di tutto.
Solo
un problema di incoerenza personale o la rappresentazione di un
degrado crescente che ancora oggi una gran parte di italiani ha
gelosamente fatto proprio trovando continuità anche in quanti oggi
hanno la responsabilità del governo del Paese?
Vorrei
che questa domanda non trovasse una risposta affermativa ma la
cronaca quotidiana ci ha abituati ad allungare l'elenco dello
stupidario ormai decalogo di un pensiero che da semplice degrado
morale, politico e sociale si è trasformato in una ideologia del
perverso modo di intendere la vita e il rapporto con gli altri.
Come
ho avuto modo di affermare in altra occasione, il momento che viviamo
è figlio di quel modello ormai ben consolidatosi in gran parte degli
italiani che hanno messo a nudo ancor più la propria identità,
quelli che sono i loro valori di riferimento che hanno trovato
generosa accoglienza in quella parte politica che ha partecipato per venti anni all'allegra gestione del Paese tra escort e ballerine a Palazzo, che essi stessi hanno
chiamato alla guida dell'attuale governo sostenuta da quella che
doveva essere la forza politica della novità, del cambiamento e
anche dal silenzio di chi questo governo ne è stato chiamato alla
guida.
Non
è che mi sia particolarmente meravigliato
del selfie a poca distanza dalle bare in un luogo religioso di
qualche ministro con chi ambiva farsi ritrarre con il personaggio
noto, perché rientra in quella perversa ideologia che ho citato ma
mi indigna e - se mi è consentito dai lettori con i quali mi scuso
ma non so definirlo diversamente – mi fa del tutto schifo quella
massa di gente che oltre a richiedere il selfie ha applaudito e
fischiato, ripeto, a
poca distanza dei corpi martoriati e per giunta
in un luogo sacro per i credenti ma questo meriterebbe una
riflessione molto
dolorosa che
ho già avuto modo altre volte di fare su questo Blog.
L'ennesima
moda di pessimo gusto di applaudire al passaggio di un feretro o,
peggio, di esponenti politici di qualsiasi formazione, anche
fischiando in un contesto che richiede rispetto per le vittime
innocenti, per i familiari, per il dramma che vive ancora una volta
la città di Genova che non ha proprio bisogno di uno spettacolo
penoso come quello di Sabato scorso.
Che
dire di quel mondo ormai soltanto business e purtroppo anche
corruzione che non può fermarsi per correre dietro a quattro
milionari viziati ? Che dire del super party a
Cortina
dei Benetton tra caviale ed aragoste che non poteva assolutamente
essere rinviato?
Non
è una novità il cinismo e la strafottenza di quel mondo miliardario
che del dolore degli altri se ne sbatte da sempre, fatte le scuse,
messi a disposizione un po' di soldi e due bicchieri di champagne per
dimenticare magari anche con gli occhi lucidi per l'occasione.
Rientra
tutto in quel selfie estremo del ritenere la vita un gioco, per se
stessi e per gli altri, un selfie per fermare momenti di vita, la
propria e con altri accomunati in un unico pensiero, una unica
ideologia del perverso modo di intendere la società, non una
comunità che è ben altra cosa, l'ideologia fondata sull'egoismo, l'intolleranza e dove l'altro è soltanto un numero.
La
rete, sempre più rispecchia
quella realtà non virtuale, accecata
di faziosità, di pessima informazione, falsità, mancanza di
conoscenza della storia anche più recente di questa terra
martoriata, una
difesa ad oltranza di chi da sempre ha seminato odio e intolleranza e
che
continua
anche in veste istituzionale, perché è un mondo che ne condivide
quella ideologia perversa che non mi stancherò di ripetere, un mondo
che finalmente ha avuto modo di uscire alla scoperto, perché gli è
consentito anche in barba alla Costituzione.
Si
scatenino pure i non
siamo razzisti ma..., non siamo fascisti ma...., si però il PD.... e
tutte le altre misere e stupide frasi che ancor più accomuna una
parte di questo Paese ai suoi rappresentanti chiamati a governare, a
risolvere i problemi del lavoro, dei giovani, della sanità, della
giustizia senza il comodo paravento dei migranti, ancora regolati da
una legge che porta il nome alquanto imbarazzante dell'ex padre
padrone della Lega e
che sarebbe ora di rivedere del tutto in maniera degna di un Paese
civile.
Si
continui pure a ritrarsi con un selfie sostituendo, magari qualche
volta, il proprio cellulare con uno specchio e in un momento di
verità con se stessi , si provi vergogna almeno una volta.
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